Centoventi milioni di euro pur di assicurarsi le prestazioni sportive di Arturo Vidal. Centoventi milioni, avete capito bene. Questa la cifra che Suning sarebbe disposta a mettere sul piatto, tra costo del cartellino e ingaggio calcolato al lordo, per abbattere il muro di nein costruito in fretta e furia nel giro di 48 ore attorno al centrocampista cileno da Carlo Ancelotti e Kalle Rummenigge.
Dopo aver bussato invano per la prima volta alla porta di Säbener Straße ormai dieci giorni fa, Sabatini e Ausilio hanno dato una sterzata importante alla trattativa principe dell'estate nerazzurra: la metà della missione impossibile, in pratica, è già stata compiuta grazie all'accordo trovato con il giocatore per un quadriennale da 7.5 milioni netti a stagione. Ma c'è di più: oltre all'intesa economica, condizione indispensabile senza la quale non andrebbe in porto nessun affare, la dirigenza milanese ha incassato anche risposte confortanti sulle intenzioni del ragazzo di volersi mettere in gioco con la maglia della Beneamata per provare a strappare lo scettro di campione d'Italia a quella Juve che, da guerriero con quattro anni di onorata militanza, ha contribuito a rendere invincibile nei confini nazionali.
Insomma, pare che Vidal - alla sola idea di pensarsi interista - abbia già fatto sua la regola aurea scolpita nella pietra da Steven Zhang a Singapore: "Non importa chi sei, quando vieni all'Inter il tuo cuore, il tuo sangue e la tua pelle devono essere nerazzurri. E quando scendiamo in campo, sulle spalle non hai solo il tuo nome, ma la storia di questa società".
Sempre proseguendo sulla scia del discorso pronunciato dal figlio del patron di Suning, i più attenti avranno notato l'assenza di proclami altisonanti o di grandeur per quel che concerne i piani del colosso di Nanchino per gli ultimi scampoli della corrente finestra di mercato: "A proposito dei grandi nomi – ha spiegato Zhang jr. - capisco le pressioni del mercato e quanto successo nei mesi scorsi, ma non conta quanto spendiamo e il nome roboante, bensì quanto i nostri dirigenti sportivi e il nostro allenatore trovino il giusto profilo e che si riesca a prenderlo. Acquistare grandi nomi non vuol dire per forza che si comprino gli elementi adatti per l'Inter. Il grande nome è quello funzionale al progetto tattico e umano".
Parole da maneggiare con cura, come quelle di ogni protagonista della scena pallonara, ma che non chiudono certamente le porte a un eventuale colpo da novanta da qui al 31 agosto. Anche perché, il panorama del calcio mondiale non offre elementi che sarebbero più funzionali all'idea di calcio spallettiana quanto lo sarebbe Arturo Vidal. Pleonastico ricordare come il 30enne di Santiago del Cile sarebbe il pezzo mancante del puzzle per comporre quel 4-2-3-1 che ormai è diventato un marchio di fabbrica del tecnico di Certaldo. Se si spulcia tra le statistiche di questo interprete meraviglioso del calcio moderno si scopre che, a parte il portiere, ha fatto praticamente ogni ruolo conosciuto su un campo di calcio; la sua vita 105 m x 68 m Arturo l'ha vissuta principalmente nei pressi della mediana, dove ha sviluppato un senso di inserimento senza eguali. Tanto è vero che sono numerose le volte in cui ha recitato la parte del trequartista atipico riuscendo ad avere un grande impatto sulla squadra in termini di gol: 16 in 55 match per una media realizzativa di 0.29 reti a partita contro lo 0,22 che si ricava dalle 51 segnature in 225 sfide giocate qualche metro più indietro (fonte transfermarkt.it). Riduttivo ingabbiare Vidal dietro le sbarre delle statistiche alla voce 'gol' e 'assist' (anche questi ultimi fioccano in ogni stagione) perché, se non bastasse, è tuttocampista prezioso anche in fase difensiva: l'anno scorso, prendendo in esame il campione di 46 partite disputate, ha fatto registrare 3.3 contrasti vinti di media a cui si aggiungono 2,1 intercetti a gara. Guardando più attentamente altri numeri salienti si evince che l'ex Colo-Colo ha una media percentuale di 88,5 di precisione nei passaggi, in cui si innesta uno 0,9 alla voce passaggi chiave a partita (dati Whoscored.com)
Insomma, di fronte ai numeri, pur con tutte le interpretazioni del caso, c'è poco da filosofeggiare: attualmente in rosa non esiste un giocatore più adeguato di Vidal a svolgere il compito di incursore alla Hamsik o alla Nainggolan, giocatori a cui guarda caso Joao Mario ha spiegato umilmente di voler assomigliare. L'esperimento in laboratorio, alias il campo di allenamento, con il portoghese non è detto che riesca al maestro di tattica Luciano Spalletti, al quale non potrà bastare nemmeno il 'surrogato' Vecino per provare a colmare la vera falla dell'undici titolare dell'Inter. E allora si vada in all-in su Vidal, di modo che il ruggito proverbiale di quest'ultimo diventi il ruggito di Suning.
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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