E' l'estate dei baci alla maglia e dei social hackerati, dei perdoni milionari e dei fratelli agganciati, di dentisti non in loco e Bonucci al Milan. In questo caos regolare, a far rumore è il silenzio, la normalità, il lavoro.
Circa 365 giorni fa un elicottero fluttuava da Dimaro a Milano con a bordo Aurelio De Laurentiis. Sulla pista d'atterraggio Wanda Nara attendeva il patron del Napoli per un incontro, un'idea d'addio, un golpe al cuore per i tifosi dell'Inter che rischiavano di perdere il loro capitano. Un mese dopo era tutto rientrato, Icardi giurava amore e ambizione ai colori nerazzurri e la stagione iniziava nel caos più totale. Unica certezza? Mauro Icardi
La storia tra lui e l'Inter non finì, andò avanti, SEMPRE AVANTI. La fascia da capitano e gli elicotteri enfatizzarono un addio che sarebbe stato degno di un libro. E il libro arrivò ad ottobre. Ai detrattori diede fastidio la presunzione di un ventitreenne pieno di sè tanto da essere autobiografico su carta stampata. 
Ma 10 mesi dopo, nel pieno di un'estate contraddistinta da avarizia e tradimenti, si può affermare che non fu presunzione. Il passaggio al Napoli non è un'ipotesi di tradimento perchè la volontà di Icardi, ribadita sempre, non è mai stata quella di abbandonare la barca, soprattutto senza oro a bordo, trofei. Il logico e conseguente rinnovo di contratto non fu avarizia, ma il diritto di un capitano consapevole di aver fatto meglio di alto in questi anni. Non è avarizia, è lavoro. 
Da quando arrivò, infortuni e casi extra campo a parte, il rosarino è una costante, una certezza, un punto di riferimento. La freddezza e il cinismo che lo contraddistinguono dentro e fuori dal campo non sono sinonimi di apatia e disinteresse, ma di serietà, consapevolezza dei propri mezzi. Icardi è un personaggio, sulla sua stessa pelle si è definito come un leone che protegge i suoi figli, i suoi interessi. Se l'è tatuato.
Ha scritto un libro, si definisce un leone, chiede il rinnovo e litiga con chi gli va contro. Non è narcisismo, è semplicemente informale. Nel mercato dei baci di Giuda e dei tradimenti, è facile confondere la falsità di chi giura amore ai colori davanti alle telecamere e non suda la maglia per presunzione, Nel calcio viziato di oggi si pretende tanto, spesso senza diritto. Icardi pretende, ma è nella posizione di farlo. E' fra i calciatori più professionali che siano passati dal nostro campionato negli ultimi anni. I tatuaggi e un'autobiografia per qualcuno prematura non possono smussare la serietà angolare di un ragazzo che in campo e nel lavoro è spesso impeccabile per atteggiamento. Fa lo spocchioso postando foto di orologi e macchinoni da ultraricchi? A meno che il macchinone non abbia i sedili scomodi e ne intacchi la condizione fisica nel prepartita e l'orologio non sia talmente pesante da strappargli l'ulna o il radio, che le faccia pure. E' ad Appiano che si registra la cifra della serietà nel lavoro, è in campo che si valuta l'efficienza e il valore contrattuale, prestazione dopo prestazione.
Sono passati 12 mesi dal fluttuare di quell'elicottero, 10 dalla pubblicazione di un libro, e ultimamente ne sono accadute di peggio al di fuori del mondo Inter. Non mi pare qualcuno abbia alzato la bacchetta per redarguire i peccatori. Forse la poca pelle vuota rimasta ad Icardi è un bersaglio facile per gli addetti ai lavori. 
Nell'estate del caos regolare, il silenzio di Icardi sembra quello di un gregario, sebbene dell'Inter sia il capitano. 
E ben vengano all'Inter i calciatori che sfoggiano orologi e macchinoni, purchè sudino, che è da tanto che non se ne vedono così.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 20 luglio 2017 alle 00:00
Autore: Fabrizio Longo / Twitter: @fabriziolongo11
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