Lo penso dal primo giorno, non ho cambiato idea durante il periodo migliore. Sarebbe strano farlo ora, proprio nel momento in cui la Champions League è andata in archivio, molto probabilmente in modo definitivo. Stefano Pioli ha svolto un buon lavoro finora. Ha unito l'ambiente, compattato il gruppo e, risultati alla mano, ribaltato una classifica che con Frank de Boer era troppo brutta per essere vera. Al netto di tutto ciò, penso sia comunque difficile considerarlo il futuro per una società tanto ambiziosa come l'Inter attuale.

I motivi sono più di uno, nonostante gli alibi giustamente da sottolineare. La lacuna più evidente è la mancanza del grande passo. La grande vittoria, la grande affermazione, quel grande successo che avrebbe, chissà, portato al salto di qualità forse definitivo. Un successo che però non è mai arrivato, e di conseguenza quelle certezze in ottica mercato. Milan, Napoli, Juventus, Roma: quattro big match, un solo punto. Fino ad arrivare alla strettissima attualità, il pesante ko contro la Sampdoria, assolutamente inaspettato. Risultato? Dura ritenere il mister di Parma il valore aggiunto in prospettiva, la guida ideale per una realtà come Suning Group. 'Normalizzatore' sì (lo ha ampiamente dimostrato), top manager, beh... credo di no. E ora? Cosa potrebbe accadere?

Parlo ovviamente a titolo personale: sperare che lui e solo lui (Diego Simeone, una sicurezza, lo considero comunque meno completo e di conseguenza la seconda opzione) non risolva quelle problematiche che ancora stanno impedendo il rinnovo con il Chelsea (più potere dal punto di vista decisionale, libertà di manovra sul mercato e, soprattutto, maggior chiarezza e compatezza a livello societario): Antonio Conte. Solo lui, stop. Stravedo per il coach di Lecce, per tanti aspetti sembra il nuovo José Mourinho. Riesce ad alzare il livello di tutto e di tutti, nonostante la qualità limitata avuta a disposizione negli ultimi anni.

L'Inter ci ha provato in almeno due occasioni (la prima dopo la sconfitta contro l'Arsenal all'andata) e continuerà a farlo, la corte resta serratissima: triennale economicamente pesante e ruolo da general manager sul tavolo, senza dimenticare la possibilità di riportare ad Appiano Gentile Gabriele Oriali. AC ci sta pensando. È lusingato e particolarmente combattuto, ma non dipenderà solamente da lui. Perché la priorità è giustamente rappresentata da Londra, dove ha iniziato un percorso importante destinato a crescere. Vuoi per il sontuoso mercato progettato per l'estate da Roman Abramovich, vuoi per una Champions League da disputare potenzialmente (e finalmente) da protagonista (anche se le parole del post-gara di ieri sera non possono essere ancora considerate definitive).

In ogni caso le percentuali, seppur basse e in calo, resistono. Con Conte cambierebbe molto, e sono convinto che conquisterebbe San Siro in pochissime giornate, facendo dimenticare ai tifosi nerazzurri il proprio passato bianconero alla prima gioia. Nel 2009-2010 a Milano vinsero tutto con il numero uno, e salvo rare eccezioni i cicli si sviluppano con un tecnico vincente. Giusto quindi ambire al massimo per tornare al vertice. Sposo totalmente la scelta e il modo di operare del club: il meglio per un'Inter nuovamente al top, doveroso andare avanti con questo pressing. Perché al momento è difficile, difficilissimo individuare di meglio.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 06 aprile 2017 alle 00:00
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
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