L'identikit del giocatore interista perfetto per la prossima stagione: qualità tecniche, doti atletiche, caratteriali e... senso di appartenenza. Non esattamente in questo ordine di importanza, anzi, se possibile con la comprensione profonda del significato di indossare una maglia gloriosa come quella dell'Inter al primissimo posto. Proprio così: il gap, reso manifesto in questi ultimi anni tra la Beneamata e le prime quattro del campionato italiano, può essere colmato anche, se non soprattutto, attraverso un'adesione completa di fedeltà di ogni elemento della rosa ai colori nerazzurri, così come ha spiegato Roberto Mancini nell'intervista consuntiva di fine anno: "Per fare parte del progetto bisogna capire che la maglia dell'Inter è quella di un club con una storia di oltre 100 anni, fatta di grandi vittorie". Come a dire: si lasci da parte ogni forma di individualismo che crea solamente cortocircuiti e si pensi solo al bene comune. Insomma, si ponga fine a quelle interviste ambigue, di giocatori e agenti degli stessi, che mettono in cattiva luce il presente non certo fulgido di un club che sta provando a ricomporre i cocci di un passato glorioso, adducendo come causa santa il fatto di 'voler guadagnare di più', di 'giocare la Champions' o 'di non voler far troppa panchina' . I riferimenti, nemmeno troppo velati, vanno a Brozovic, (o al suo agente) ad Handanovic e a Jovetic, tre elementi della rosa che in momenti diversi negli ultimi tempi hanno anteposto le loro personalità ai bisogni del gruppo, con uscite che certo non contribuiscono a creare un ambiente compatto tra le mura della Pinetina. In tutto questo discorso, colui che indica la via e detta le regole resta, come sempre, Roberto Mancini, che non più tardi di qualche settimana fa non ha esitato ad indicare la strada più corta per l'uscita ai giocatori che non provano felicità nella loro permanenza a Milano. Già, quella felicità che proprio il tecnico di Jesi, prima di dire che sarebbe rimasto al 100% all'Inter, aveva chiamato in causa per parlare della sua ferma intenzione di voler sedere ancora sulla panchina dell'Inter anche a dispetto dei santi (“Se qualcuno non è contento, posso strappare il contratto”, aveva dichiarato provocatoriamente il Mancio nella conferenza stampa pre-Sassuolo). Un concetto chiaro con il quale l'ex manager del Manchester City ha rivendicato con ancor più forza il suo interismo, la sua appartenenza, appunto. Da questa presa di posizione forte del capopopolo interista bisogna ripartire, cosicché ogni giocatore, dopo un giuramento di abnegazione alla causa e di fedeltà al club, possa accedere al diritto alla felicità (con la maglia dell'Inter)

Sezione: Editoriale / Data: Mar 24 maggio 2016 alle 00:00
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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