Situazione da risolvere, il prima possibile. Lui vuole l'addio (da mesi e mesi), l'Inter pure. Giusto da parte della società aspettare l'offerta giusta, quella del 'prendere o lasciare', ma la speranza è che questa arrivi il prima possibile. Ivan Perisic è ormai un corpo estraneo in questa squadra, non fa nulla per dimostrare il contrario dando fastidio - diciamolo pure - un po' a tutti: ai compagni, ai tifosi (quante facce ignorate in quel di Riscone quando si trattava di dover firmare qualche autografo), dà fastidio pure al fotografo ufficiale della società, con una scatto di gruppo - quello al Plan de Corones - rovinato dall'auto-isolamento del croato. Gesto forse infantile, forse presuntuoso. Di sicuro antipatico.

Come a dire: "Io sono troppo per questa Inter". Troppo? Mmm... Facciamo finta di sì, di sicuro non per il Manchester United, che nelle ultime stagioni è stata una delle società che ha speso di più (talvolta in modo smisurato per elementi che mai e poi mai avrebbero meritato certe cifre), ma che nei confronti del numero 44 nerazzurro si è trasformata 'magicamente' nel club al risparmio. Per informazioni: rivolgersi a Piero Ausilio.

Sì, perché ancora tanti, ma tanti tifosi non hanno ancora capito che se a Milano si sono ritrovati nella posizione di poter dettar legge in questa delicata operazione è stato proprio grazie all'attuale ds, che concretizzando altre sei cessioni prima dello scorso 30 giugno (colmando, quindi, la lacuna da 30 milioni di euro per il Financial Fair Play) è riuscito a evitare quella dell'ex Wolfsburg a un 'prezzo obbligato'. Sembrava impossibile, invece no. Con buona pace del ManU, il cui comportamento non è certamente passato inosservato tra i corridoi di Corso Vittorio Emanuele. Questione di stile. Questione di comportamento esemplare che tra top club dovrebbe esserci. Sempre, o quasi, ma non in questo caso.

Dal 1° luglio è quindi partita la trattativa, con l'Inter comoda comoda ad aspettare la proposta giusta. Lo stesso ds, insieme al tecnico Luciano Spalletti, è stato chiaro a Riscone con il diretto interessato, informandolo senza tanti giri di parole della ferrea posizione della società. Bene Inter, bravo Ausilio. Con Perisic ora costretto a guardare ogni minuto il proprio cellulare in attesa di novità da 'Old Trafford', comportandosi al contempo da top player in una squadra in cui si considera come tale, al di sopra di tutti.

La domanda sorge però spontanea: vale lo stesso per i Red Devils? Perché tutto questo temporeggiare? Perché tutta questa attesa in un periodo in cui sono state spese cifre assurde? Una situazione e dei dubbi che stonano con il modo di fare di una super potenza europea tanto ricca quanto talvolta precipitosa in sede di mercato. Ma non ora. E forse, il buon Ivan, qualche domanda dovrebbe porgersela.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 19 luglio 2017 alle 00:00
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
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