Colpo di tacco di Podolski, sinistro vincente di Shaqiri. Se un regista occulto avesse voluto esaltare in pochi secondi l'operato dell'Inter sul mercato invernale non avrebbe potuto pensare a una scena migliore. Inter-Sampdoria è stata una partita strana, forse per l'attesa che il popolo nerazzurro presente al Meazza nutriva nei confronti del nuovo idolo, quel piccolo (di statura) svizzero sbarcato a Milano come fosse il salvatore di una patria afflitta dalle proprie contraddizioni.

Ci si è tuffato a capofitto nella nuova avventura, Xherdan. I primi 15 minuti hanno portato la sua firma: tentativi su punizione (finalmente sono un'arma da sfruttare), dribbling, ricerca del dialogo e delle verticalizzazioni, buona sintonia con il polmone Kovacic e l'assist a Icardi che porta all'espulsione di Krsticic. Tanta roba, direbbe qualcuno. E il pubblico ha gradito, eccome, pregustando la svolta tecnica che tanto serviva a questa squadra, priva del campione in grado di ribaltare l'andamento di una partita scorbutica, come quella di ieri sera. Shaqiri lo ha fatto, precisamente al 71', quando ha raccolto un cioccolatino lasciato per strada da Podolski e ha superato con il piede amico Romero. Applausi.

Inter ai quarti di finale della coppa Mancini, come a suo tempo era stata etichettata in seguito alle numerose vittorie del Mancio nella competizione. Che ci tenesse a far bene anche in questa edizione, lo si è capito scorrendo la formazione: un'alta percentuale di titolari, tutti insieme, alla faccia del turn over. Se serve a mettere minuti nelle gambe di chi ne ha meno e, soprattutto, a vincere, ben vengano certi rischi. Al Torino si penserà da oggi, magari ragionando sui problemi nella manovra offensiva che pur in inferiorità numerica questa onesta Sampdoria ha sottolineato.

A tratti sembra che l'Inter non giochi a calcio, bensì a pallanuoto. Uno stucchevole possesso palla caratterizzato da aperture orizzontali e passaggi nel breve, elettrizzato solo a tratti da tentativi di verticalizzazione e dai movimenti alternativi di Shaqiri, che galleggiava tra la fascia destra e la zona centrale della trequarti. Troppo poco per essere soddisfatti al 100%.

Ma i progressi non mancano, così come le aspettative nei confronti dei nuovi arrivati e di chi li raggiungerà, si spera, a breve. E in un contesto così fiducioso, passa quasi inosservata la sospensione, antipasto alla rescissione contrattuale, di Osvaldo. La sensazione, nonostante la delusione che serpeggia tra una buona fetta di tifosi, è che l'attaccante sia ormai un lontano ricordo. Il presente è Shaqiri. Godiamocelo.
 

Sezione: Editoriale / Data: Gio 22 gennaio 2015 alle 00:05
Autore: Filippo Tramontana / Twitter: @filotramo
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