Se in otto giorni riesci a pareggiare col Carpi al 90°, prendere tre gol dalla Juve e dal Milan riuscendo a resuscitare i cugini, è evidente che sia tutto finito.
Terzo posto, sogni Champions, miglioramento del gioco, basi per una stagione da vertice nell’anno successivo. Mi aspettavo un calo durante la stagione. Un calo. Non un disastro con pochi precedenti come questo.
Invece, la realtà si è nuovamente fatta incubo, tutto è sparito in un mese e mezzo, riuscendo a perdere con chiunque, e demolendo ogni idea ottimistica.
Sto per dire quanto è colpevole Mancini di questo e perché lo ritengo centrale nel baratro in cui la squadra si è cacciata, ma prima ritengo vergognoso, non esistono altri termini, il comportamento dei giocatori per tutto il secondo tempo. Isterici, inutilmente nervosi, mai in partita, mai intensi, sempre velleitari e auto umiliati dalla condotta di gara.
Hanno imbarazzato i tifosi che erano arrivati alla Pinetina a sostenerli prima del derby e giocato inspiegabilmente senza testa.

Mancini ha perso completamente il controllo dell’Inter. Non so se sia addebitabile a fattori esterni che non conosciamo ma da fine dicembre la squadra è atleticamente spenta, il gioco sempre più inaridito, le sue scelte tattiche appaiono (adesso si) davvero improvvisate. La scelta di mettere Santon (colpevole sul primo gol di Alex), di mettere in campo una squadra sbilanciata senza poi trovare contromisure per riequilibrarla, di accusare pubblicamente gli attaccanti, è indice di una sconfitta della lucidità.
Mancini e il suo staff sono andati in corto circuito e temo non se ne siano accorti.
Nessun giocatore dell’Inter è in grado di battere un calcio d’angolo e tantomeno fare un cross. Da questa sera nemmeno battere un calcio di rigore di capitale importanza.
Aggiungo che nessun giocatore dell’Inter è capace di tirare in porta. Nonostante i segnali di inizio gara e persino di fare uno stop.
E’ un dato tecnico impressionante. Una squadra che si è ulteriormente imbrocchita per aver perso quella dote maturata nel girone di andata, il senso di fiducia e la disponibilità al lavoro di squadra.

Perdere così, contro questo Milan, non riuscendo a giocare a calcio per difetti strutturali straordinari ti fa guardare al futuro con assoluta sfiducia nei protagonisti. Ad esempio non aver nessun giocatore in rosa in grado di gestire un pallone e rilanciare qualsivoglia azione, mette in luce crudelmente anche come parecchi dei celebrati giocatori di avvio stagione abbiano scambiato l’Inter per un posticino dove passare l’inverno. Tra tutti Brozovic e Perisic che, avendo visto giocare altrove e anche nell’Inter all’andata, fanno dubitare di ogni cosa.
Diciamolo chiaramente, questa volta con più insistenza e lasciando perdere le idiozie sulla fortuna accampate dai denigratori di professione. Cosa è successo ai giocatori, gli stessi che correvano, si davano una mano e giocavano senza fare tutti questi errori tecnici? Sgraziati, brutti da vedere ma non così imbarazzanti. Come è possibile essere primi con una squadra forte in difesa e poi precipitare senza paracadute contro ogni avversario e mettendo a serio rischio anche la non indispensabile Europa League? Mancini non può non sapere che la squadra corre la metà di prima, male e non fa mai un movimento armonioso.
Non può ignorare che i reparti sono improvvisamente scollegati tra loro, i difensori non sanno mai a chi dare il pallone per iniziare qualunque azione e che nessuno fa mai gol di testa, anche perché i cross arrivano in modo strampalato.
Non c’è Eder che tenga in una squadra che gioca con lo spirito del dopolavorista e l’assoluta inesistenza di un sistema di gioco.

C’è tanta gente che gode perché ritiene di aver capito tutto, di aver sempre saputo tutto quello che sta accadendo. L’Inter da sempre regala grosse soddisfazioni al popolo dei rancorosi anti interisti. Se le cose fossero così semplici come esprimersi a colpi di anatemi e sfottò, parlare di calcio sarebbe davvero noioso. Sfortunatamente la crisi dell’Inter è interna e dunque non spiegabile solo con quello che si vede.
Ora le cose possono continuare così, dunque sempre peggio perché anche se incontri il Chievo in casa (mercoledì) e il Verona in trasferta (domenica) la massima aspirazione è fare due punti in due partite. Non scherzo.
Questa Inter, con questo atteggiamento, tono atletico e confusione tattica non può battere nessuno.  Davvero non so se, quando e come se ne uscirà.
Amala.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 01 febbraio 2016 alle 00:00
Autore: Lapo De Carlo / Twitter: @LapoDeCarlo1
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