Finalmente. Dopo tante parole, alcune clamorosamente vuote e gratuite, il Campionato sta per cominciare e, finalmente, a parlare sarà il campo. Rimane solo un problema: che al termine del mercato manca ancora più di una settimana e si sa, finché non si porrà la parola fine a questi tre mesi pieni di trattative, voci, indiscrezioni, smentite e abboccamenti, il campo non ricoprirà l'importanza necessaria.

Calza a pennello quello che è accaduto in questi giorni: il mondo nerazzurro si è pressoché dimenticato dell'esordio stagionale ufficiale perché troppo impegnati a rimuginare/piangere/struggersi per la partenza di Mateo Kovacic. Non una parola a riguardo uscirà dalla mia bocca, troppe in passato ne ho usate e talvolta sono state fraintese: quindi mi limiterò a ripetere, come fosse un leit motiv, il titolo di questo editoriale, finalmente. Il significato è ambivalente, ognuno può leggerlo come meglio crede e la cosa bella è che entrambi i punti di vista avranno ragione d'essere, con tanti saluti alla dantesca ignavia.

Finalmente i nuovi acquisti verranno analizzati in condizioni quantomeno credibili e non contro avversari più avanti o più indietro di condizioni, in gare in cui ci sarà qualcosa di vero in palio e non presunto onore da giocarsi o in Cina o in 45' a Reggio Emilia. Si inizia subito con l'Atalanta, una bestia nera (anzi nerazzurra), ma quest'anno se si vuole ambire a qualcosa di serio non si possono perdere punti e morale già alla prima giornata, né accampare scuse superstiziose. Vorrete mica sentire già i primi mugugni e magari fischi il 23 agosto? Io sinceramente ne farei anche volentieri a meno.

Finalmente, ed è il caso di urlarlo, Mancini potrà dimostrare che le idee chiare le ha, con buona pace di detrattori, calciofili e intenditori da ombrellone del calcio estivo. Il mister, bersagliato a non finire, potrà eludere le critiche rendendo chiaro che il modulo per questa squadra lo ha in testa dall'inizio della prima parte di ritiro a Riscone (in attesa degli ultimi tasselli) e che le varie formazioni testate sinora sono i piani alternativi e nulla di più (ma voi ve lo immaginate Mancini giocare con la difesa a tre come modulo tipo? Ma per favore...). 

Finalmente si torna a San Siro e finalmente torna l'Inter, quella che i tifosi odiano e amano allo stesso modo in cui Catullo amava Lesbia. Finalmente si torna a vestire una maglia nerazzurra (la prima ideata realmente dal nuovo management) e finalmente si torna a parlare di cose serie. La speranza è una sola: che l'Inter ritorni dove deve stare, finalmente.
 

Sezione: Editoriale / Data: Sab 22 agosto 2015 alle 00:00
Autore: Gianluca Scudieri / Twitter: @JeNjiScu
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