Quattro giornate alla fine di questo campionato. Quattro partite per finire l’agonia di una delle più brutte stagioni nerazzurre degli ultimi 15 anni. Sembra incredibile ma, tra gli errori della difesa e la confusione tecnica e tattica di alcuni giocatori, ci troviamo di nuovo ancorati alla “speranza” di poter concludere questa maledetta stagione al quinto posto in classifica, esattamente come un anno fa con l’Inter di Mazzarri (l’anno scorso però si giocava solo il campionato e non l’Europa League al giovedi come quest’anno).

Il calendario certo non ci dice bene: Lazio, Juventus, Genoa ed Empoli. Fare 10 punti con l’Inter vista contro il Chievo è praticamente impossibile, o si alza l’asticella della voglia, della concentrazione e della “cattiveria” agonistica oppure addio Europa. Certo si può pensare a una Lazio stanca dopo questi mesi a ritmo infernale, a una Juve già campione e concentrata solo sulla Champions (se passerà il turno con il Real), a un Genoa non così determinato ad andare in Europa e a un Empoli già salvo che non giocherà con il coltello tra i denti. Insomma dobbiamo sperare che l’avversario di turno abbia qualche paturnia di cui si possa approfittare. Detto che l’esperienza recente insegna che non siamo comunque bravi ad approfittare, appunto, di queste occasioni (vedi Chievo già salvo domenica) mi sorge più di qualche dubbio sulla reale possibilità di puntare all’Europa.

Ma in fondo diciamocela tutta: è così fondamentale riuscire a qualificarsi per l’Europa League? Vale la pena arrovellarsi il fegato per spremere tutte le restanti energie e fare di tutto per raggiungere il sospirato quinto/sesto posto? Io non ne sono così convinto. L’unica nota positiva che trovo sarebbe il raggiungimento di un obiettivo anche se minimo. Completare una lunga e insperata rincorsa arrivando quinti sarebbe comunque meglio che finire ottavi o settimi. Ma per il resto? Iniziamo dal disagio delle sanzioni Uefa. Se dovessimo qualificarci per l’Europa dovremmo pagare una multa salata (7-8 milioni, ma la speranza è che sia più bassa), ci troveremmo a veder ridotta la rosa e avremmo delle limitazioni sul mercato potendo spendere il solo possibile ricavo delle nostre eventuali cessioni. È chiaro che se si vuole ricostruire una squadra competitiva con giocatori di buon livello non ci si può permettere di fare affidamento solo sui soldi derivanti dalle poche cessioni onerose che potremo fare. E poi con l’Europa come ha detto Mancini si dovrebbero costruire due squadre e con pochi soldi come si potrebbe fare?

Facendo due calcoli la cosa diventerebbe davvero complicata pure per i migliori operatori di mercato. Giocare al giovedi sera tutte le settimane porta un disagio fisico da panico. Nelle nostre ultime esperienze con l’Europa League si è arrivati noni in campionato (due anni fa con Stramaccioni) e si sta soffrendo non poco in questa stagione. Il tutto per cosa? Per uscire agli ottavi, compromettere un anno intero e ricominciare tutto di nuovo dall’inizio. La Juve di Conte è partita dal settimo posto senza coppe e si sa come poi è finita. Quindi io mi chiedo davvero: quali vantaggi si possono avere dal qualificarsi in Europa League? Ai posteri l’ardua sentenza…

Sezione: Editoriale / Data: Gio 07 maggio 2015 alle 00:00
Autore: Filippo Tramontana / Twitter: @filotramo
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