Un plebiscito per Mauro. Forse questa è la cosa che mi ha fatto più piacere dopo l’editoriale di settimana scorsa. Ho ricevuto tantissimi messaggi, tra mail e tweet, tutti e solo in favore di Icardi, di gente che sta dalla sua parte, che vuole assolutamente che il futuro dell’Inter ricominci proprio da lui, come Paolo Bonolis, capopopolo nerazzurro, che sogna una coppia d’attacco Icardi-Morata. Pensavo onestamente che il tifo nerazzurro fosse più diviso, per quello che ultimamente è successo sui social e dintorni, tra Wanda e Maxi, invece la direzione è una sola e porta al numero 9 nerazzurro, che negli ultimi mesi ha dimostrato sul campo quanto può essere utile e decisivo alla causa interista. Il resto l’ha detto Bonolis… Non ci sono Morata o Torres che tengano, il tifo nerazzurro adesso sta con Maurito e non può che essere contrario a una sua cessione all’Atletico Madrid. Un messaggio importante, per guardare al futuro in modo diverso, un futuro che non può essere senza coppe europee.

Adesso mancano le ultime 4 partite e ci sono 5 punti di vantaggio su Milan e Parma per tornare in Europa, anche se non dalla porta principale, ma questo non importa. Chi dice che l’Europa League sia una scocciatura, una perdita di energie e punti vada pure al cinema, alla fine i tifosi nerazzurri l’hanno visto e provato sulla loro pelle in questa stagione: senza le trasferte del giovedì non è che il risultato sia cambiato così radicalmente rispetto a un anno fa. Ci sono stati meno infortuni, quello sì, ma non penso che fosse tutta colpa dell’Europa League e in questo ci stanno invece molti meriti di Mazzarri e Pondrelli, capaci di stilare una preparazione finalmente fatta come si deve. Bisogna poi anche considerare che molti uomini sono rimasti ai margini della rosa senza avere mai la possibilità di giocare e mettersi in mostra, cosa che invece l’anno scorso non era avvenuta.

I vari Taider, Mudingayi, Mariga, Wallace, ma anche Carrizo, Andreolli e Kovacic con un’Europa League in più avrebbero avuto più occasioni per dimostrare il loro valore e mettere in difficoltà Mazzarri. Senza parlare dei giovani, da Benassi a Mbaye per esempio, che con Stramaccioni si sono affacciati al calcio che conta e adesso sono cresciuti esponenzialmente e senza le trasferte in Kazakistan o in Azerbaijan non avrebbero potuto farlo. Senza Europa League non ci sono state tutte queste possibilità, un motivo in più per concludere questo campionato come si deve, vincendo magari quella 'paura' di San Siro fin da subito per cominciare poi la prossima stagione senza più fantasmi e zavorre del passato, per essere leggeri come un tempo, correre e tornare a vincere, in Italia e in Europa. Anche dalla porta di servizio.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 25 aprile 2014 alle 00:00
Autore: Marco Barzaghi / Twitter: @marcobarzaghi
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