Un po' dispiace essere così critici nel giorno di Natale, ma questa settimana è stata particolarmente pesante sotto un certo punto di vista. E mi riferisco ovviamente a quanto accaduto nel corso di Inter-Lazio, con Felipe Melo negativamente protagonista con un finale troppo brutto per essere vero. Questo nessuno lo mette in dubbio, io in primis. Non scrivo infatti queste righe per difendere il centrocampista brasiliano (non ne avrei motivo in generale, a maggior ragione dopo una gara così brutta), bensì per chiedere a voi tifosi nerazzurri il motivo di questa mancanza di equilibrio così palese, un'infinità di 'montagne russe' di pensieri altalenanti, con una presa di posizione che cambia puntualmente in base mode, partite, umori generali. Insomma, in base un po' a come tira il vento, volendo utilizzare un noto modo di dire.

E questo è accaduto, come tantissime altre volte, proprio nel post-match di domenica sera, con il mediano ex Galatasaray trattato come un vero e proprio killer, il primo responsabile di un'Inter ormai inesorabilmente in caduta libera dopo il terzo ko in campionato. Questo infatti lo stato d'animo della maggior parte del popolo interista, che ormai sembra essersi dimenticato della parola 'equilibrio'. In ordine cronologico (dopo solamente quattro mesi di campionato): "Melo non lo vogliamo!", poi "Grande Felipe! Super derby giocato! Aveva ragione Mancini!", per proseguire con "Mmm... Il brasiliano sta calando (ovviamente dimenticandosi della mancata preparazione estiva in quel di Istanbul), avevano ragione quelli che non lo avrebbero voluto!", concludendo con la 'perla' di giornata, quando il giudice sportivo lo ha squalificato per l'intervento su Lucas Biglia: "Tre giornate sono poche! Ne avrei volute almeno quattro!".

Ed è proprio quest'ultima frase che mi ha fatto scattare non poca rabbia e che mi ha portato a scrivere questo editoriale: come è possibile che si sia arrivato a questo? Addirittura ad augurarsi che un giocatore della propria squadra stia fuori più di quanto dovuto? Mi spiace dirlo, ma questo lo hanno pensato in tanti, anzi, troppi tifosi interisti. Tifosi che, probabilmente, non lo sono nemmeno o fanno finta di esserlo. E 'stranamente' sono proprio quelli (sono pronto a scommettere) che non appena FM83 tornerà in campo e offrirà una nuova ottima prestazione saranno lì ad applaudirlo e ineggiarlo. Chi da casa, chi dallo stadio. Troppo, troppo, troppo comodo.

Purtroppo quello relativo al classe '83 non è un episodio isolato, perché tanti sono gli esempi in questa prima parte di campionato. Una Serie A (è bene ricordarlo, perché a sentire alcuni pareri sembra che non sia affatto così) che vede l'Inter prima in classifica. Prima, non ottava o decima! Stevan Jovetic e un acquisto sbagliato dopo le prime difficoltà, Mauro Icardi in crisi e da vendere non appena arriverà una buona offerta, addirittura Roberto Mancini, criticato spesso e volentieri anche di fronte al 'nulla cosmico'. Per non parlare poi di Gary Medel. Probabilmente il vero modello di questa tristissima routine del tifoso nerazzurro.

Insomma, non esiste un momento in cui tutto funziona a dovere. C'è sempre qualcosa di storto e sbagliato anche quando le cose vanno per il verso giusto. Mi spiace ammetterlo, ma il pensiero-medio dell'interista in questa prima parte di stagione è stato proprio questo. Appuntamento, quindi, per Inter-Carpi di domenica 24 gennaio 2016, il match in cui rientrerà il killer brasiliano. Quello che nessuno voleva, lo stesso che poi ha conquistato tutti in pochissimo tempo. Peccato che ora tutti lo stiano odiando così tanto. Ma sul carro, in fin dei conti, c'è sempre posto. E il saliscendi, forse, non finirà mai.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 25 dicembre 2015 alle 00:00
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
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