Non è necessariamente una buona notizia ma l'Inter è riuscita a pareggiare e quasi a vincere in rimonta con la Lazio. 
E' possibile che quanto sto per scrivere non trovi d'accordo tutti ma sottoscrivo una parte di quanto espresso da Roberto Mancini al termine della partita, ovvero che non si tratti di cambi di modulo o scelte tattiche apparse  azzardate. Lo condivido in parte perchè, se così fosse, non avrebbe cambiato Dodò a due dal termine del primo tempo e non avremmo notato un maggiore ordine tra reparti da quel momento in avanti. Il tecnico dunque preserva le sue certezze con alcune dichiarazioni che a fine partita sono apparse immediatamente più nervose. In barba a chi lo pensava imbolsito e più lontano di un tempo dal progetto Inter. 

Le buone notizie ci sono. La crescita costante di Kovacic che con un gol spettacolare ha dato inizio alla rimonta, le giocate e la presenza in partita di un giocatore che da due anni viene criticato da una certa opinione pubblica. Perché all'Inter funziona così: se la prendono col giocatore più forte e più giovane perché non è Pirlo, Matthaeus o Messi. Gli manca questo, gli manca quello. Invece di guardare alle sue qualità si concentrano sui suoi difetti. E partono con i "non mi convince". Ogni anno da sempre con ogni giocatore di qualità lo stesso ragionamento. E a volte li cedono. 

L'altra buona notizia è il ritorno al gol di Palacio, il quale ha fatto un'altra partita incolore, vittima di questo infortunio che lo costringe ad allenarsi male da mesi e senza un' alternativa, ma stasera è tornato al gol e si pensa che questo possa contribuire al riscatto nel 2015. La terza buona notizia è Bonazzoli, entrato a un quarto d'ora dal termine ma capace di mostrare la qualità più importante e più evocata in questo articolo: la personalità. Infine Medel, che ha dimostrato di essere, con tutti i limiti, un giocatore prezioso da tenere con qualunque Inter. 

Le cattive notizie sono individuali e collettive. Fredy Guarin non sa giocare a calcio con la squadra. Mi spaventa molto sentire Ausilio e Mancini definirlo importante. Lo abbiamo detto tante volte, lo abbiamo visto tutti, nonostante il colombiano sbagli nove idee su dieci, tiri sempre ad un amico in tribuna, si muova sempre in modo sbagliato, mai armonico alla squadra, ebbene per la società è prezioso. E infatti gioca. Ma la cosa che più manca è la mentalità, l'intelligenza calcistica e in alcuni casi anche i piedi. 

I giocatori non scendono mai in campo, con nessun allenatore, con l'idea di aggredire. La partita comincia e loro cincischiano, si fanno fare il consueto pressing alto e vanno in sbattimento. Non c'è una partita in cui la squadra scenda in campo con cattiveria. Per alcuni di loro l'Inter forse è una squadra di passaggio, per altri non c'è l'attitudine alla vittoria, per la quale devi vivere e sentirla lungo tutta la settimana. Solo così entri in campo e cerchi di travolgere i rivali. Invece i primi tempi dell'Inter sono: ti tic e ti toc, una verticalizzazione accennata, un lancio lungo, dei passaggi in orizzontale, tanta lentezza, pigrizia e zero approccio, poi un passaggio sbagliato e gli avversari di turno fanno gol. Ogni volta la stessa storia. 

Quello che però più disarma è la clamorosa fragilità emotiva che fa correre come disperati, senza senso, senza logica in zone inutili del campo tutti i giocatori. Solo corse isteriche che rendono gli avversari, semplicemente più organizzati mentalmente e più intelligenti tatticamente. Se unisco i primi tempi dell'Inter a quelli feroci della Juventus e penso che il 6 gennaio si va a Torino mi vengono i brividi.

Il Mercato. Ormai tutti hanno capito che l'Inter cerca due esterni alti. Tutti sanno che l'Inter non ha soldi e che dovrà muoversi a prestiti. Non so quanto sia strategico proclamare il desiderio di avere dei giocatori ammettendo l'impossibilità di acquistarli, tuttavia Ausilio ha depennato subito Aaron Lennon ma ha confermato la bontà delle idee di Mancini. Personalmente appare evidente che alla squadra debba essere aggiunta della qualità a centrocampo ma, non potendo fare grandi investimenti, quel poco che si ha dovrebbe essere investito su una certezza, un giocatore che dia spessore al reparto. 

Sono anni che l'Inter cerca di porre un riparo con campagne acquisti fatte da 4 giocatori mediocri/modesti e uno accettabile o di prospettiva. Se ne prenda uno ma forte. L'Inter ha giocatori di buona volontà ma alcuni di loro non hanno piedi e soprattutto testa per giocare nell'Inter. Ed è oggettivamente questa che manca alla maggior parte dei giocatori in rosa. 

In ultimo mi dispiace molto che Vidic parta, se è vera l'indiscrezione che con mancini non si parli. La questione sarebbe legata a vicende avvenute in Inghilterra ma non c'è conferma se non quella che lui non gioca più. Un vero peccato perché mi sarebbe piaciuto vederlo giocare a quattro, dopo essere stato costretto a  giocare a tre in questo scorcio di stagione. Non è un dramma ma quattro mesi fa volevano farlo capitano. Insomma è tornata la pazza Inter, siamo sempre undicesimi e sempre a sei punti dal terzo posto. E ora che il mercato sia coraggioso.
Amala.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 22 dicembre 2014 alle 00:00
Autore: Lapo De Carlo
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