Altro che tournée positiva. Altro che diffusione del brand. Quella in terra cinese, per l'Inter, è stata una spedizione terrificante. Un disastro. Tre sconfitte su tre con Bayern, Milan e Real, e nessun gol all'attivo. Doveva essere una vetrina secondo le intenzioni di Thohir, invece è stato un pantano. Tre partite in fila che hanno confermato i timori dei tifosi nerazzurri e assecondato le critiche degli addetti ai lavori. Mancini sembra averci capito poco, forse più impegnato a riciclare nuovi acquisti che ad allenare quelli che ha. Senza contare le grosse responsabilità del suo staff: il gruppo è apparso appesantito dai carichi di lavoro oltre il lecito, esponendo tutti a brutte figure.

E cosa dire dei giocatori? In particolare delusione amara per i nuovi arrivati. Montoya spinge poco e male, Murillo è disordinato e disattento, Kondogbia sopravvalutato. Insomma, il lavoro da fare è enorme e non si sa se l'ultimo mese di mercato potrà servire a tappare qualche falla. Sono lontani i tempi in cui si batteva ai rigori il Real di Ancelotti o quelli in cui Vidic spaccava la porta della Roma...

No, dai, siamo seri: ma davvero c'è qualcuno che non riesce a conferire il giusto peso al calcio d'estate? Veramente esiste ancora chi si esalta o si deprime a seconda dei risultati di queste passerelle? Finanche una Supercoppa estiva va giudicata per quello che è, figurarsi amichevoli giocate – diciamocelo francamente – solo e soltanto per raccattare 2-3 milioncini che male non fanno. Di calcio reale, tali test, non hanno assolutamente nulla. Nella storia c'è una lunghissima serie di esempi che dimostrano come il calcio in questo periodo è solo uno show, quantomeno positivo per mettere benzina nel motore.

Allarmarsi o esaltarsi non ha assolutamente senso, specie se poi tra ragazzi delle giovanili, gente con la valigia pronta, giocatori ancora da prendere e nuovi da integrare, le varie formazioni sono lontane anni luce da quella che ha in testa l'allenatore. Se non erro, la Juventus di Allegri lo scorso anno disputò un pre-campionato pessimo (sconfitta anche dai dilettanti del Lucento, che tra l'altro hanno chiuso il loro campionato con una retrocessione!), così come ricordo una sonora batosta dell'Inter poi tripletista contro il Chelsea in terra americana.

Insomma, va bene tutto. Ma proprio tutto anche no. E allora, come sempre, aspettiamo almeno la fine del mercato per cominciare a fornire giudizi più o meno suffragati da fatti concreti. E non chiacchiere da bar. Di gioie effimere, gli interisti, ne sanno eccome. Stavolta, evidentemente, sarà il caso di compiere l'esercizio opposto. Personalmente, dico che si continua a intravedere un canovaccio interessante, sia a livello tattico che tecnico. Pensare poi che a questo gruppo mancano ancora elementi di primo livello inseguiti sul mercato (Jovetic appena arrivato, Perisic in trattativa) non fa altro che infondere ottimismo.

Lo so, già vi sento. Voi dalla critica sempre pronta, voi che non vedete l'ora di asserire che chi vi scrive lo fa perché è obbligato a propagandare buonumore e speranze assurde. Manco fossimo gente al soldo di qualche partito politico nato nel 1994.

Se volete, vi accontento: è stato un disastro. Sarà un disastro. Disastro!

Sezione: Editoriale / Data: Mar 28 luglio 2015 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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