Il derby di Milano senza tempo determinerà in un senso o nell'altro il destino dell'Inter in chiave Champions. Nessuno, da Giovanni Malagò in giù, può infatti ipotizzare una data attendibile per la disputa della stracittadina meneghina, né tantomeno profetizzare in che tipo di contesto le due compagini affronteranno quell'evento, posticipato nel tempo e prolungato nell'attesa da una notizia che nessun tifoso e appassionato avrebbe mai voluto leggere o sentire: la prematura scomparsa di Davide Astori. Il tragico fatto, arrivato come un fulmine a ciel sereno nella mattinata di domenica scorsa, ha paralizzato in un fotogramma drammatico tutto il mondo del calcio italiano, portandolo per un attimo fuori dalla dimensione del gioco. In un batter d'occhio, tutto è sembrato terribilmente serio, per poi diventare velocemente surreale. L'elaborazione del lutto, è noto, ha i suoi tempi tecnici e varia da individuo a individuo, ma la vita scorre via senza aspettare rispettosamente il dolore, trascina dietro di sé senza fare distinzioni. E il mondo del calcio, che risponde alle dinamiche incuranti del 'panta rei', deve viaggiare alla stessa velocità imposta dalla legge del mutamento, scendendo in campo per riportare tutto alla normalità nel prossimo week-end. L'unica arma che rimane agli uomini contro il Tempo che scorre via è il ricordo, che verrà celebrato doverosamente su tutti i campi italiani dopo l'assordante silenzio di queste ore.

A partire da venerdì, con Roma-Torino, il carrozzone della Serie A andrà avanti da sé, scacciando via i pensieri funesti di morte e continuando a muoversi faticosamente sulla strada dell'abitudine verso la meta. Tirando dritto senza aver trovato posto a Milan-Inter sul calendario: la circostanza, che non ha soluzione temporale certa, ad oggi è subordinata al percorso in Europa della Juve (ieri qualificatasi ai quarti di Champions grazie al 2-1 rifilato al Tottenham a Wembley) e della squadra di Gennaro Gattuso. Un match storico, con in palio qualcosa di importante dopo anni di anonimato su entrambe le sponde del Naviglio, ora risulta praticamente ridotto a uno strano asterisco a fondo pagina sul grande cartellone del massimo torneo tricolore. Un evento senza precedenti, a memoria d'uomo, che ha già avuto un impatto tangibile riscrivendo il valore delle forze in gioco in classifica: con una gara in meno, infatti, la formazione di Luciano Spalletti si è ritrovata suo malgrado quinta, fuori dalla top 4 di un solo punto, scavalcata dalla Roma corsara del San Paolo. Da par suo, il Milan, che aveva in progetto di rovesciare il potere cittadino per avviare la missione rimonta, deve rinviare a data da destinarsi ogni tipo di calcolo verso la risalita.

Sì, perché la tentazione di domandarsi cosa sarebbe successo, se la partita fosse stata giocata domenica, è venuta a tutti. Così come è diventato spontaneo chiedersi chi beneficerà di questo fuoriprogramma di cui avremmo fatto a meno. Posto che il dubbio di poter fare bottino pieno è in ogni caso sempre meglio di non averlo dopo aver incassato una sconfitta nel derby, ora psicologicamente è utile tarare nuovamente gli obiettivi a breve termine facendo finta che la classifica non esista. Soprattutto nella settimana che, in casa nerazzurra, conduce verso il match contro un Napoli assetato di vendetta, non certo il cliente più tenero da affrontare, forse il peggiore per spessore tecnico misto a rabbia sportiva al cospetto del quale ambire all'intera posta in palio.

Volente o nolente, per rendere la corsa all'Europa che conta meno complessa, serve passare anche da questi esami, un girone fa passati con ottimi voti ma che ora appaiono proibitivi perché affrontati su basi di un 2018 pieno di solide incertezze. La prossima gara e quella di Genoa con la Samp tra dieci giorni saranno indicative in tutti i sensi per Icardi e compagni, con la consapevolezza che solo con le vittorie si può cristallizzare il tempo, riportando indietro l'orologio a prima di quel sabato notte maledetto. Quando tutto era piacevole routine di una ordinario fine settimana di calcio e l'attesa del derby era quella propria di ogni vigilia che si rispetti.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 08 marzo 2018 alle 00:00
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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