Mancini lo ha detto: guai a sottovalutare il Celtic. D’altronde perché dovremmo farlo? Al Celtic Park abbiamo pareggiato prendendo 3 gol, quindi qualificazione ancora in assoluto equilibrio. I primi 20 minuti dell’Inter in Scozia sono stati pazzeschi. Ritmo infernale, due gol e pressing asfissiante che hanno messo i padroni di casa in difficoltà estrema. Poi però è arrivato il calo fisico e di concentrazione che ha permesso al Celtic di tornare in partita e pareggiare nel giro di un minuto. Il gol al 94esimo ha fatto il resto dando ai padroni di casa quella fiducia che forse stavano perdendo.

Ora gli scozzesi sono carichi, annusano la possibilità di realizzare l’impresa vincendo nella Scala del Calcio e eliminando l’Inter dalla coppa. Non esiste sottovalutare nessuno quindi, tantomeno un avversario capace di rifilarci tre reti nella partita d’andata. Detto questo stiamo comunque parlando di una squadra, quella di Mancini, reduce da tre vittorie consecutive in campionato più il pareggio in Europa appunto. Dodici gol fatti in quattro partite sono un bottino da spavento e lo stato di forma della nostra manovra offensiva e sotto gli occhi di tutti.

Quello che dobbiamo temere però è la nostra capacità di resistere alla fatica, soprattutto quella mentale. A fronte della grande capacità di andare a rete c’è l’altra faccia della medaglia: troppi gol subiti. Sempre prendendo a campione le ottime ultime 4 prestazioni le nostre avversarie hanno trovato la via della rete 5 volte costruendo comunque tante occasioni da gol. Calo fisico e di testa ma i progressi sono evidenti. Diventa fondamentale passare il turno perché questa squadra sta crescendo e di molto, i risultati le stanno dando convinzione nei suoi mezzi e stanno alzando il morale dei giocatori. Andare avanti vorrebbe dire alimentare le possibilità di andare fino in fondo, giorno dopo giorno l’Inter sta progredendo e sta maturando.

Abbiamo trovato lo spirito giusto ma ora è necessario mantenerlo con le prestazioni ma soprattutto con i risultati che, alla fine dei conti, sono sempre la discriminante fondamentale. Non parliamo di tradimenti o possibilità di cadere ma questa partita può, nella sua semplicità, segnare un crocevia non solo nella stagione nerazzurra ma anche nel futuro e nella costruzione dell’Inter di Mancini. L’Europa League è affascinante ma è appena iniziata e iniziarla bene eliminando una squadra dal grande blasone e dalla grande storia vorrebbe dire molto.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 26 febbraio 2015 alle 00:00
Autore: Filippo Tramontana / Twitter: @filotramo
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