Il tempo per noi interisti sembra essersi fermato al minuto 85 di Inter-Lazio. Fino a quel momento la nostra squadra ci aveva regalato voglia, carattere, grinta e vittorie che per quanto magari non eccelse sotto il profilo estetico sono state importantissime per la classifica. Lo dicevo io a chi parlava di scudetto che non si era ancora pronti, che quelle vittorie erano tutto fieno in cascina per i periodi di crisi che sicuramente avrebbero colpito una squadra nuova e giovane come la nostra. L’obiettivo doveva essere quello di metterci l’anima sempre, vincere anche se brutti e alimentare le speranze di qualificazione Champions. Ricordiamoci sempre da dove arriviamo. Arriviamo da 4 campionati in cui la miglior posizione è stata un soffertissimo quinto posto in una stagione senza coppe europee.

Inter-Lazio, minuto 85, 1-1, Melo impazzisce e regala il rigore della vittoria all'avversario. Qualcosa si spezza. In campo i risultati non arrivano più, la squadra cammina in campo, i giocatori litigano tra di loro e Mancio si arrabbia con tutti. Cosa sta succedendo? Il progetto societario era chiaro, il mercato estivo all’altezza di una società che sa il fatto suo e che agisce bene per i mezzi che ha a disposizione. Sono delusissimo da una squadra che ci aveva illuso. Pensavo, gli anni scorsi, che si era destinati ai sesti e settimi posti, la squadra aveva giocatori non all’altezza e senza personalità. Ora questo alibi non c’è più. La rosa nerazzurra è di livello, qualche pecca c’è ancora ovviamente ma questi risultati non sono giustificabili.

Non parlo solo dei miseri 6 punti in 6 partite ma dall’atteggiamento “scazzato” e distratto che i giocatori portano in campo. Gente che cammina sul manto verde, altri che cadono come foglie al vento e altri ancora che si guardano in giro spaesati cercando di vedere l’arcangelo Gabriele sulla traversa come Fantozzi nel fango degli scapoli contro ammogliati. Mancini prima cambiava interpreti e moduli e tutti rispondevano presente, ora tutti scappano. Le dichiarazioni di rito mi spaventano più delle prestazioni. Siamo ad un punto dalla Fiorentina, basta inanellare un filotto di vittorie e tutto passa… etc etc. Le vittorie non piovono dal cielo però, non sono casuali, arrivano dopo un lavoro vero e con la testa sul pezzo altrimenti il filotto sarà solo negativo e la storia recente dell’Inter parla chiaro sotto questo aspetto.

Sono deluso e pessimista, perché all’orizzonte non vedo la luce. I giocatori si sono persi e la mancanza di leader veri in campo ci penalizza ancora di più e non ci aiuta a risalire. La Juve di inizio anno si era smarrita ma aveva Buffon, Bonucci, Chiellini, Marchisio che hanno saputo scrollare il gruppo e dargli una sveglia, risultato: 14 vittorie di fila e lotta scudetto aperta. Spero che i ragazzi in maglia nerazzurra mi smentiscano, sarei l’uomo più felice del mondo, ma in realtà non ci spero molto.

In conclusione penso che Mancini sia insostituibile e che mettere in discussione la sua figura in questo progetto sarebbe folle. La squadra va completata questa estate con due centrocampisti veri, leader in campo e dal passato internazionale. Un difensore d’esperienza che possa dare il cambio a Murillo e Miranda (Rolando sarebbe l’uomo ideale), due terzini veri e un uomo di fantasia che non abbia paturnie alla Jovetic o capricci alla Ljajic. Basta con i Juan Jesus e Nagatomo che per quanto si possano impegnare ed essere per questo da noi stimati hanno ampiamente dimostrato in 4/5 anni di non essere all’altezza. Forza e coraggio, una sveglia fa bene a tutti altrimenti prendetevi questo sesto posto e andate felici in vacanza.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 11 febbraio 2016 alle 00:00
Autore: Filippo Tramontana / Twitter: @filotramo
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