E finalmente si torna a parlare di campo. Dopo tanti giorni in cui le menti dei tifosi non si sono alimentate di altro che di mercato, possibili affari o partenze (come è giusto che sia alla riaperture delle trattative), domani si torna in campo in una sfida delicata come lo saranno tutte da qui a giugno, perché solo affrontando ogni sfida con il giusto atteggiamento si può ottenere quella continuità fondamentale per riacciuffare quel sogno chiamato Champions League. Pioli ha cercato di tenere la squadra lontana dalle voci e dalle pressioni lavorando al caldo di Marbella, anche se i telefonini sono sempre connessi e le chiamate dei procuratori arrivano anche a Marbella. Ma il tecnico ha cercato di allontanare ogni pensiero e lasciare la squadra concentata solo sulla ripresa del campionato. A suo dire riuscendoci visto che nelle varie dichiarazioni degli ultimi giorni ha più volte asserrito di aver visto la squadra concentrata e motivata.

"Testa" è stato il termine più utilizzato: ne ha parlato spesso Pioli parlando di come abbia lavorato sulla testa dei ragazzi per ricominciare a inanellare risultati; ne hanno parlato i calciatori cercando di spiegare cosa è cambiato con l'arrivo del nuovo tecnico. Ne aveva parlato anche il sottoscritto in un precedente editoriale cercando di individuare il problema che aveva questa squadra quando, con De Boer, non riusciva a portare a casa il risultato. Di fatto questa squadra, ne sono ancora convinto, ha nelle sue corde potenzialità per arrivare in alto, andava solo instillata un po' di fiducia in un gruppo per alcuni tratti nuovo e demoralizzato dalla mancanza di risultati. Il classico circolo virtuoso in cui vincere ti aiuta a vincere. E con Pioli lentamente questo sta accadendo. Lentamente perché un filotto di risultati è appena cominciato e, un po' per scaramanzia un po' perché è oggettivamente presto per dirlo, c'è ancora un girone di ritorno da giocare e una classifica da scalare. Ma il gruppo ora sembra effettivamente più convinto dei propri mezzi e più coeso.

Anche chi si sentiva escluso e scontento, stando alle parole di capitan Icardi di un paio di giorni fa, ora si sente parte di un progetto e coinvolto in prima persona. Certo questo non eviterà un'opera di sfoltimento della rosa necessaria anche per questioni numeriche, oltre che economiche, ma lo zoccolo duro si sta formando, e questo è quello che conta. Far risultato a Udine vorrebbe dire chiudere il girone di andata a 33 punti e con quattro risultati utili consecutivi gettando le basi per una rimonta che non sembra più così impossibile. E in aiuto potrebbero arrivare i rinforzi promessi da Suning: Gagliardini sembra ormai a un passo, dovrebbe essere l'uomo d'ordine che manca al centrocampo dell'Inter, e in base alle cessioni si potrebbero rinforzare altri reparti come le fasce di difesa. Piazzando i vari giocatori ancora in uscita (Santon, Miangue, Andreolli, Yao, Gnoukouri, Jovetic, Barbosa e in caso di grossa offerta anche Banega anche se personalmente mi auguro di no) si avrà una rosa più snella, magari favorendo la coesione e permettendo a tutti gli effettivi di avere maggiori possibilità di giocare.

Da tenere in considerazione anche la variabile meteo, con la squadra abituata ultimamente a lavorare come si diceva in un clima mite, e che domenica a Udine troverà una temperatura prossima allo zero. Ma gli alibi sono dei perdenti, si dice, è ora di mettere sul campo quella grinta e convinzione che Pioli dice di vedere da giorni negli occhi dei suoi. Per lavorare sui difetti e limare i dettagli (il triangolare di Marbella lo ha confermato) ci sarà tempo da lunedì prossimo. Ora quel che conta è solo il risultato, nient'altro.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 07 gennaio 2017 alle 00:00
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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