Sul suo volto, anche se spesso sorridente, specie ora che comunque si sta inesorabilmente imponendo come uno dei giocatori più importanti del gruppo di Luciano Spalletti, traspare a volte una piccola ruga di malinconia. Chi è più esperto di cose di mondo può dire che è un tratto tipico della sua gente, dei portoghesi e del loro sentire di convivere con una sorte infelice, che trova la sua massima espressione in una parola: fado, inteso come destino ma anche come una musica struggente e ipnotica con la quale cantare la nostalgia e l’ironia. Ma il destino, purtroppo, cinque anni fa gli ha riservato qualcosa di ben più doloroso, la perdita dell’amata madre che per lui era un punto di riferimento in un incidente nel quale lui, all’epoca giocatore del Benfica B, rimase ferito. Un dramma che finisce inevitabilmente per segnarti la vita.

Proprio nel nome dell’amata madre Filomena, Joao Cancelo, da agosto nuovo terzino dell’Inter, ha trovato la forza anche nell’andare avanti nella sua carriera. E non c’è momento, qualunque momento, nel quale il ragazzo non le dedichi un pensiero. E questa sensibilità, questo amore che giustamente rimane ancora vivo fanno ancora di più una persona eccezionale del ragazzo di Barreiro. Che però sicuramente preferisce far parlare di sé soprattutto per quello che sa offrire sul campo. E sotto questo aspetto, il lusitano ha offerto tanto, ma davvero tanto di cui parlare. Lui che è stato al centro dell’ultima trattativa di rilievo condotta dall’Inter durante l’estate, individuato come contropartita ideale per agevolare la partenza verso il Valencia di Geoffrey Kondogbia, ormai proiettato con la mente e con il cuore a raggiungere Marcelino Garcia Toral ai Taronges: scambio di prestiti con riscatti da esercitare a fine stagione e contenti tutti quanti.

Se però Kondogbia è entrato praticamente da subito nelle grazie del suo nuovo allenatore e ha trovato immediatamente la sua dimensione ideale con la maglia valenciana, Spalletti ha dovuto aspettare un po’ di tempo prima di poter usufruire appieno del nuovo arrivato. Complice anche un infortunio patito con la Nazionale portoghese praticamente allo start della stagione (visto il periodo, sono consentiti scongiuri e toccate di metalli vari…) l’inserimento di Cancelo ha subito qualche intoppo: sprazzi di partita tra qualche lampo e qualche passaggio a vuoto, come nel momento in cui si è lasciato sfuggire Giacomo Bonaventura nell’azione del 2-2 nel derby di andata. Dopo la prima uscita da titolare, abbastanza positiva, nella tragicomica serata di Coppa Italia contro il Pordenone, gradualmente, è arrivata la svolta: Cancelo si mette alle spalle dubbi e difficoltà di ambientamento e comincia a macinare gioco e prestazioni importanti.

L’ultimo match, quello contro la Sampdoria, che a detta di molti è stata la gara che ha visto la possibile nascita di una nuova Inter, ha rappresentato in questo senso l’apogeo per Cancelo che è stato protagonista di una prova a tutto campo, dove ha fatto sentire il peso della sua qualità in ambedue le fasi. Erano anni che in casa nerazzurra non si vedeva un esterno con un piede così educato da sfornare palloni deliziosi in area avversaria, grazie anche all’ottima intesa scaturita con Antonio Candreva che grazie al lavoro del portoghese può dedicarsi anche ad un maggiore impegno in fase di accentramento (l’azione del primo gol nerazzurro, quello di Ivan Perisic, nasce da un viatico creato proprio da Candreva per Cancelo che ha lanciato palla in campo aperto per l’inserimento del croato). E per poco, non ci scappava anche il gol capolavoro direttamente su calcio d’angolo, roba per specialisti come Alvaro Recoba o, in tempi meno recenti, Massimo Palanca

Siamo all’ultima sosta di questo campionato prima del rush finale e soprattutto prima della grande parata del Mondiale in Russia, che l’Italia sarà costretta a guardarsi dal divano senza bandiere, tricolori dipinti sul volto e quant’altre amenità. Sta per arrivare il momento decisivo per capire i destini della squadra nerazzurra, rigenerata dal colpo grosso di Marassi ma attesa al varco da altre sfide determinanti, in primis il recupero del derby già incandescente per la questione dei biglietti e dei rimborsi. Ma è già il momento di considerare anche le mosse in vista della prossima stagione: l’Inter, in questo senso, si sta muovendo abilmente per tempo con la chiusura dell’affare Lautaro Martinez e l’ipoteca pressoché certificata sul cartellino di Stefan de Vrij e Kwadwo Asamoah, tre ingaggi che permetterebbero di partire con un certo vantaggio in vista delle attese grandi manovre estive, quelle, per intenderci, che attendono al varco la proprietà cinese. Ma è questo anche il momento di cominciare a riflettere sul destino dei giocatori sui quali c’è un riscatto da esercitare.

C’è in questa lista il nome di Rafinha Alcantara, per il quale comunque le condizioni sembrano chiare: con la qualificazione in Champions League scatterà automaticamente il riscatto per la bella somma di 35 milioni di euro bonus esclusi. Ma c’è anche il nome di Cancelo, la cui situazione, come ricordato prima, viaggia su un binario parallelo rispetto a quella di Kondogbia, con il Valencia che dal gioco delle entrate e delle uscite guadagnerebbe sostanzialmente dieci milioni di euro. Va però notata una cosa: sul fronte Valencia, negli ultimi giorni, da più parti sono arrivate dichiarazioni rassicuranti sulla permanenza del francese, dall’agente Daniel Perez fino all’allenatore Marcelino, che si è sbilanciato definendo il riscatto talmente ‘cosa fatta’ dal suo punto di vista, al punto tale da non avvertire la necessità di avere rassicurazioni in merito dal proprio direttore generale Mateu Alemany.

Ecco, adesso sarebbe cosa buona e giusta capire se anche la Milano nerazzurra avverte le stesse sensazioni, se Luciano Spalletti si sente ugualmente sicuro sulle intenzioni della dirigenza in merito a Cancelo o se dalla stessa è stato informato circa l’effettivo destino del calciatore. Ad azzardare una lettura dei pensieri della lucida testa del tecnico di Certaldo, si potrebbe dire che, visti la qualità e il rendimento del ragazzo, che ha fatto breccia anche nel cuore della tifoseria, la volontà sarebbe sicuramente quella di poterselo godere ancora a lungo. E alla fine, pazienza se di tanto in tanto il ragazzo lo fa tribolare perché non si crea troppi problemi a far notare che privilegia giocare in un certo ruolo piuttosto che in un altro: alla fine, è pur sempre una dimostrazione di grande carattere, e non può di certo fare dispiacere.

 

Sezione: Editoriale / Data: Sab 24 marzo 2018 alle 00:00
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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