Francamente, ci pare esagerata l'isteria che ha contaminato una parte di tifoseria interista, spesso imbeccata da certa stampa non propriamente autorevole e acuita dal bulimico mercato del Milan. Già sono numerosi gli articoli e i servizi tv riguardanti la presunta depressione interista, con uno Spalletti descritto come un tecnico lasciato solo dalla società e una dirigenza non propriamente reattiva sul mercato. Insomma, fin qui nulla di nuovo. E la maggior parte dei tifosi interisti ha sviluppato una buona dose di anticorpi nel corso degli anni.

Ma che non tutto stia filando liscio è innegabile, inutile far finta di nulla. Perché se è vero – come ha sottolineato Walter Sabatini – che l'Inter è in cerca di giocatori di primo livello, che non sono sul mercato e che quindi necessitano di tempo e duro lavoro per strapparli ai rispettivi club, è anche vero che ci si augurava di offrire a Luciano Spalletti qualche rinforzo in più con il quale lavorare già dal ritiro di Brunico.

Suning non si tirerà indietro e i dubbi sull'effettiva volontà di investire del gruppo di Zhang Jindong sono senza fondamento. I colpi arriveranno, il problema è la tempistica.

Dopo Borja Valero e Skriniar, al tecnico nerazzurro vanno consegnate ancora altre pedine fondamentali. E i ruoli scoperti sono presto rintracciabili: terzino sinistro, difensore centrale, trequartista ed esterno d'attacco (visto l'addio ormai scontato di Perisic). Questi i tasselli da reperire sul mercato al netto di ulteriori integrazioni della rosa in relazioni a esigenze di ricambi e partenze future.

In particolare, è la difesa che necessita di un restyling corposo. Spalletti si è trovato a lavorare in ritiro ancora con elementi in uscita o che non avranno un gran futuro nel prevedibile undici titolare stagione 2017/2018. E se è vero che le fortune di una squadra si costruiscono a partire dal pacchetto arretrato, il fatto di non essere riusciti a consegnare all'allenatore toscano almeno Dalbert e un altro centrale non depone a favore del lavoro del club. Il mercato finisce il 31 agosto? Vero, ma l'Inter arriva da stagioni opache e non da un ciclo vincente. Le ciliegine possono arrivare pure negli ultimi giorni di mercato, ma la sostanza va portata a casa il prima possibile, in modo da dare all'allenatore la possibilità di lavorarci seriamente e farsi trovare pronti all'inizio del campionato.

Ricapitolando: bene Skriniar, benissimo Borja Valero, ma serviva mettere a posto la difesa già qualche giorno fa. Fin qui le criticità, piuttosto evidenti. Ma, come detto in apertura, l'isteria non è giustificabile.

Suning ha dimostrato di avere le risorse da investire e Spalletti sarà accontentato. Dalbert a sinistra, un centrale di affidabilità a completare il reparto arretrato, un degno sostituto di Perisic (discorsi piuttosto avanzati con Di Maria) e – soprattutto – un trequartista 'alla Spalletti'. E' lì che, ragionevolmente, verrà fatto l'investimento più corposo. L'interessamento per Nainggolan (dato ormai a un passo dal rinnovo con la Roma) e Vidal è stato reso esplicito a più riprese e le caratteristiche sono quelle: un centrocampista offensivo d'assalto più che un trequartista puro 'alla Banega'. Il disegno del 4-2-3-1 è piuttosto evidente: avere tre uomini dietro Icardi, dei quali almeno due con svariati gol nelle gambe. Il profilo di Keita Baldé, in tal senso, sarebbe utile per garantire a tutto l'attacco una scelta ampia e peculiarità diversificate in ogni elemento.

Siamo al 18 luglio: non è tardi, ma nemmeno troppo presto. L'accelerata serve ora. Inter is coming prima o poi. Meglio prima che poi.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 18 luglio 2017 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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