Vincere allo Juventus Stadium? Lo hanno fatto in pochi, pochissimi. Tra gli eletti c'è l'Inter. Il 3 novembre del 2012 ci riuscì la Beneamata di Stramaccioni, Milito, Guarin e Palacio. Quella banda vestita di nerazzurro ebbe l'ardire di ribellarsi ad un vantaggio bianconero firmato dopo soli diciotto secondi da un gol di Vidal viziato da un fuorigioco colossale di Asamoah. Non dimentichiamo poi una mancata sacrosanta espulsione di Lichtsteiner per mancato doppio giallo alla fine del primo tempo. Nella ripresa vi ricorderete tutti come andò, nessuno in quell'Inter si mise a piangere nascondendosi dietro i soliti torti arbitrali al cospetto della Signora, ma tutti reagirono giocando a calcio meglio della storica rivale e alla fine sul tabellone luminoso si leggeva: Juventus 1 Inter 3. Senza se e senza ma. Quella splendida vittoria mandò in estasi il popolo interista e portò il giovane Strama a rispondere per la rime a Giuseppe Marotta che, prima della gara, ironizzò sull'atteggiamento tattico troppo spregiudicato da parte dell'Inter in quello stadio.

Sono già passati più di quattro anni da quell'impresa, dopo l'Inter ha rimediato a Torino solo tre nette sconfitte, di cui una in Coppa Italia e un pareggio. Dopo l'altra splendida, ma effimera vittoria dell'andata al Meazza quando in panchina sedeva Frank de Boer, domani sera i nerazzurri tornano in quello stadio dove la Juventus crea la maggior parte della sue fortune e ha gettato le basi per la conquista di cinque scudetti consecutivi e con la più che probabile prospettiva che, alla fine di questa stagione, arrivi il sesto. Vorrebbe dire entrare nella leggenda, dicono da quelle parti.

La sfida, coniata come derby d'Italia tra le due squadre che vantano nel Bel Paese il maggior numero di tifosi, vale dunque tantissimo a prescindere, ma questa volta varrà ancora di più per la classifica. Gonzalo Higuain dice senza mezzi termini che proprio contro l'Inter la Juve potrà ipotecare il sesto tricolore, alla Pinetina sanno invece che un risultato positivo darebbe una spinta grandissima alla rimonta in corso per raggiungere come minimo quel terzo posto che garantirebbe la disputa del preliminare di Champions League. Stefano Pioli allenatore non ha mai vinto contro la Juventus. “Perché non ho mai allenato l'Inter”, ha risposto sorridendo ieri in una affollata conferenza stampa. Parole che denotano la consapevolezza di guidare ora una squadra competitiva, non priva di difetti strutturali specialmente quando la palla ce l'hanno gli altri, ma che finalmente recita ora con piacevole regolarità un copione che l'ha portata a vincere nove partite consecutive prima della sciagurata eliminazione in Coppa Italia contro la Lazio. Dico sciagurata perché martedì scorso, nonostante la Lazio abbia meritato di vincere, l'Inter aveva il dovere di provare ad andare avanti in una manifestazione che, se vinta, regala lustro. Non dimentichiamo che senza la Coppa Italia nel 2010, non avremmo celebrato il Triplete.

Manca la prova del nove, ma forse con Icardi, Gagliardini e Joao Mario dal primo minuto e con il turn over in altre zone del campo, non sarebbe finita così. Tant'è. Le grandi squadre sono tali quando dopo un ko, seppur doloroso come quello di martedì, sanno subito reagire. L'occasione per farlo è ghiotta, arriva domani a Torino, anche se sarà tremendamente difficile. La Juve pentastellata disegnata ultimamente da Massimiliano Allegri colpisce senza pietà nei primi minuti di gioco. Higuain, Dybala, Mandzukic, Pjanic, Cuadrado: una sorta di tsunami bianconero che rischia di abbatterti mentre ancora stai riscaldando i muscoli. Poi però la tempesta si placa, la Juve non ha più, nemmeno in casa, quella solidità che in passato le garantiva di blindare le vittorie. Atalanta e Milan in Coppa Italia hanno rischiato di riaprire clamorosamente i giochi nel finale.

Sarebbe quindi fondamentale passare indenni i primi venti minuti, anzi magari passar in vantaggio per togliere certezze e costringere l'avversario a faticare più di quanto faccia ora quando recita in casa. Ci vorrà un'Inter che giochi con coraggio, con buona tecnica, perché sbagliare i passaggi in uscita potrebbe essere l'inizio della fine e con assoluto cinismo in attacco. Sugli esterni potranno decidersi le sorti del match. Ansaldi ha sbagliato tutto contro Felipe Anderson. Molti credono che contro Cuadrado avverrà la stessa cosa. Io vado controcorrente e dico: Ansaldi in campo e vedrete che giocherà una gran partita. Davanti le occasioni per segnare saranno poche e non andranno sprecate, Icardi contro la Juve è una tassa, una delle poche che non andrebbero abolite. Candreva e Perisic sanno far male nei momenti topici. A centrocampo bisognerà essere aggressivi, compatti e propositivi. Dubbio: Gagliardini, Brozovic e Joao Mario o Gagliardini, Kondogbia e Brozovic trequartista? Ci penserà Stefano Pioli che sa di giocarsi una grande occasione all'Inter e la partita di domani sarà anche un importante banco di prova per lui e il suo futuro in nerazzurro.

In tribuna, allo Juventus Stadium sarà presente Steven Zhang, il giovane figlio del Gran Capo che, pur non ricoprendo cariche ufficiali in seno al club nerazzurro, rappresenta brillantemente Suning in casa Inter. Non ci sarà invece Massimo Moratti che non mette piede a Torino dal quel giorno, famoso per il famigerato incontro ravvicinato del terzo tipo tra Iuliano e Ronaldo... Storie di Juventus-Inter. Storie del derby d'Italia.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 04 febbraio 2017 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
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