Il gioco di parole che campeggia come titolo di questo editoriale è tra i più scontati che si possano fare parlando di Felipe Melo De Carvalho, uno dei tre colpi nerazzurri messi a segno nell'ultima giornata di mercato. Nella speranza che nessuno fra Aldo Baglio, Giacomo (meglio Giacomino) Poretti e Giovanni Storti si possa risentire se ho storpiato il titolo di un loro famoso film per parlare di tutto quello che ruota attorno al calciatore e di come il mediano di Volta Redonda possa vivere questo momento, adesso che la telenovela più duratura dell'estate è terminata.
E' stato il nome più a lungo accostato all'Inter. Era la fine di maggio quando per la prima volta il suo agente dichiarava: "A Felipe piacerebbe giocare in una squadra come l'Inter [...]. C'è stato qualche contatto con l'Inter da parte mia perché Mancini sa quello che Melo può dare alla squadra. Sono a conoscenza del fatto che l'Inter sta cercando uno o due centrocampisti che possano essere titolari e credo che al momento Felipe possa essere tranquillamente un titolare all'Inter" e da allora la vera e propria telenovela dell'estate nerazzurra ha vissuto colpi di scena continui sino all'happy ending datato 31 agosto. L'Inter sembra poter acquistare il brasiliano in qualsiasi momento, addirittura prima di Brunico è stato trovato un accordo fra le parti, poi improvvisamente sbucano dal nulla il Cruzeiro e il Flamengo, quindi nuovamente l'Inter torna in corsa quando una svolta improvvisa mette tutto a repentaglio: Felipe Melo rinnova il suo contratto con il Galatasaray ponendo fine alla querelle, almeno in apparenza.
Cos'ha portato a riaprire una trattativa morta e sepolta per tramutarla in un affare fatto? Semplice: la ferrea volontà di Felipe Melo. Tacciato da tutti di essere juventino per il suo passato (sebbene lo abbia rinnegato in più di un'occasione e non dubito lo possa rifare in futuro), tacciato di non essere all'altezza sempre sulla base della parentesi bianconera, dimenticando la stagione alla Fiorentina e ignorando totalmente le quattro al Galatasaray dove era un idolo assoluto della tifoseria, il centrocampista di Volta Redonda ha spinto personalmente per ricongiungersi con Mancini e il tecnico jesino a sua volta ha fatto di tutto prima per convincere la società a portarlo alla Pinetina, ponendolo in cima alla lista dei propri desideri, davanti a gente come Thiago Motta.
In tre mesi ricchi di rumors che si rincorrevano e si inseguivano lui ha sempre avuto in testa solo l'Inter, si informava sulla squadra e viveva in attesa di quella chiamata decisiva da parte del management turco in cui gli veniva prospettato il ritorno in Italia. Potreste pensare che siano frasi di circostanza per salutare uno dei nuovi acquisti, invece le immagini e le parole dell'arrivo e delle prime ore di Felipe Melo a Milano sono emblematiche: "Sono molto felice, anche per la mia famiglia, si parla di Inter non da mesi, ma da anni, è un sogno che c'è da tempo e sono felice di essere qui, ringrazio Dio per questo momento molto". Il tutto con il sorriso sempre dipinto sul volto, grinta massima e tanta voglia di fare bene sul campo perché il brasiliano sa quanto Mancini lo abbia voluto e sa che avrà tutti gli occhi addosso: sbagliare è un verbo che non potrà concedersi in alcuna occasione: le cartucciere verbali dei tifosi della Beneamata sono già cariche, per non parlare delle bocche da fuoco dei media pronti a legittimare le proprie perplessità.
Come sempre sarà il campo a determinare se la scelta dell'Inter di puntare sul giocatore è stata corretta o meno, ma su una cosa non si può discutere: la voglia e la determinazione di Felipe Melo di legarsi a questi colori e dare il massimo in ogni occasione in cui verrà chiamato in causa da mister Mancini. Con un gioco di parole, seppur scontato, si può tranquillamente dire che Felipe Melo de Carvalho ora è sinonimo di "felice". Il primo scoglio è stato superato, il primo happy ending è avvenuto, adesso c'è un'altra storia da scrivere, possibilmente bissando il lieto fine. In questa operazione di mercato c'è tanto, tantissimo da perdere. Ma anche un'infinità di felicità da guadagnare.
Autore: Gianluca Scudieri / Twitter: @JeNjiScu
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