Ivan Perisic, il vero colpo. Al netto dei tanti dubbi e della palese delusione del pubblico nerazzurro, inevitabile considerare la permanenza del croato come la notizia più importante di questo mercato così particolare. Probabilmente al pari dell'arrivo di Luciano Spalletti, il meglio a disposizione dopo le difficoltà riscontrate nell'opera di convincimento nei confronti di Antonio Conte e Diego Pablo Simeone. Ovvero i soli allenatori contattati prima dell'affondo per il coach di Certaldo. Ma questa è un'altra storia sulla quale abbia già detto e scritto tutto.

Tornando invece all'ex Wolfsburg, io stesso ho scritto nelle scorse settimane varie righe in cui ne attaccavo l'atteggiamento, al contempo applaudendo staff e società (in particolar modo Piero Ausilio) per la gestione tecnico-mediatica di una situazione inizialmente molto, molto delicata. E il comportamento da corpo estraneo che tutti abbiamo notato in quel di Riscone lo conferma. La classica 'telenovela' nella quale chi gioca vuole l'addio e fa di tutto per dimostrarlo. In ogni modo. Insomma, in mano una vera e propria 'patata bollente'. Un giocatore importantissimo che aspettava solo ed esclusivamente la Premier League e il Manchester United, il club desiderato che però non ha mai versato i 50 milioni di euro richiesti (Anthony Martial permettendo).

Come ormai arcinoto, il 30 giugno la società ha brillantemente superato gli ostacoli relativi al Financial Fair Play cedendo solo quei giocatori out dal progetto e alcuni canterani che mai avrebbero trovato spazio in Prima Squadra. Un grande lavoro che ha riguardato operazioni secondarie, eccezion fatta per Ever Banega, una delle delusioni della scorsa stagione, tornato al Siviglia. Per il resto tanti giovani, ma grazie a quei vitali 30 milioni di euro la dirigenza ha potuto dare il 'via' al mercato. Una sessione che però non ha regalato i colpi sperati e, in qualche modo, sventolati dalla stessa proprietà (il riferimento va a #InterIsComing, ma non solo), anche se è doveroso aggiungere che le problematiche attuali non hanno nulla a che vedere con la disponibilità di investimento di Suning Group (a proposito, sarebbe utile avere una spiegazione ufficiale da parte della società. Semplicemente per far chiarezza, una volta per tutte).

In ogni caso, niente Radja Nainggolan, Arturo Vidal, Keita Baldé e Patrik Schick. Nessun top player, ma in compenso un calciatore tirato a lucido e magicamente ri-motivato in pochissimo tempo. Merito di tutti. Soprattutto degli uomini-mercato e di Spalletti, bravissimi a mettere alle strette un giocatore ormai via con la testa. E io stesso faccio una sorta di mea culpa. O meglio, ammetto che quello ammirato dall''International Champions Cup' in poi è stato un ottimo professionista. L'esatto contrario rispetto al capriccioso, antipatico e irritante Perisic del Trentino-Alto Adige

Questa rappresenta la grande vittoria di un mercato così particolare per l'Inter: rivedere il sorrisone sul volto di un giocatore che poco più di un mese fa viveva da separato in casa, lasciava il ritiro per un ascesso dentale e tentava di gettare a terra il cellulare di un collega. Storia vecchia, ormai. Perché oggi sembra tutto diverso e il rinnovo è pronto per essere firmato. Chi lo avrebbe mai detto nel pomeriggio di Inter-Norimberga.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 31 agosto 2017 alle 00:00
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
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