Piero Ausilio, discusso direttore sportivo dell'Inter, ha segnato un gran gol. Il gol della chiarezza dopo troppi errori e troppa confusione che stridono invece con le prospettive di rilancio sia economico che sportivo in grado di essere assicurate da una proprietà ricca e ambiziosa come Suning. Pronto ad essere smentito, ma non credo proprio che Ausilio sia caduto nel trappolone, pensando di esternare privatamente come si può fare con un amico al bar. Il dirigente nerazzurro parla di Inter ad una folta platea di una importante università milanese. Come pensare dunque di rimanere nell'ombra quando basta un semplice smartphone per registrare qualsivoglia sospiro? Ma dai... come direbbe qualcuno che non ci sta simpatico. Ha voluto, Piero Ausilio, dire finalmente ciò che pensa, mentre fino a qualche giorno fa diceva quello che era imposto dal protocollo, ossia che: “Va tutto bene madama la marchesa”. Non credo che il ds dell'Inter abbia lanciato simili bordate solo per vendetta personale, sentendosi esautorato dall'ingaggio di Walter Sabatini. Ausilio è fresco di rinnovo contrattuale, presumo che al momento della firma fosse perfettamente a conoscenza dell'arrivo dell'ex direttore sportivo della Roma e che quindi non sia la paura della convivenza con una personalità forte ad averlo turbato. Vado controcorrente e dico che Piero Ausilio, da venti anni all'Inter, ha parlato da tifoso. Voglio pensare che sia sia stufato, come tanti tifosi, di non vincere. Colpa anche sua, chiaro, visto che fa parte della dirigenza e ha contribuito a portare alla Pinetina quei giocatori da lui stesso definiti senza personalità e senza spirito di squadra. Ma, al momento, all'Inter alcuni decidono cose, alcuni altre. Alcuni, altre ancora. Risultato: nessuno decide nel nome supremo del club. Manca la sintesi della dirigenza forte e la confusione si riversa sulle prestazioni della squadra. Ausilio ha le ore contate all'Inter dopo le esternazioni universitarie? Non lo so e penso che sia l'aspetto meno importante per chi ha il nerazzurro nel cuore. La cosa fondamentale è che anche in società, visto che Ausilio fa parte della società, abbiano capito quali siano gli errori e le incongruenze già denunciate da tempo dalla tifoseria. Suning è in sella da poco, per capire le dinamiche del calcio europeo e soprattutto di quello italiano, si è dovuta affidare ai consigli di personaggi che forse hanno pensato più ai loro interessi che alle esigenze tecniche della squadra e così abbiamo assistito ad un mercato senza logica, anche se finalmente non all'insegna dei parametri zero. Perchè Suning può spendere. E questo, nonostante le difficoltà rimangano visto che i paletti del Financial Fair Play non sono stati ancora definitivamente abbattuti come qualcuno, troppo ottimisticamente, ha voluto far credere. Anche il Chelsea di Abramovich dovrà vendere prima di poter comprare il caviale e lo champagne che in questi giorni ordinerà Antonio Conte al patron russo per potersi sedere al tavolo del ricco ristorante della Champions. Che risposta avrà il tecnico neo campione d'Inghilterra che l'Inter vorrebbe come risoluzione di tutti i problemi? Anche ieri, alla vigilia della gara di domani a Stamford Bridge con il Sunderland, Conte ha dovuto rispondere all'ennesima domanda sul suo futuro. E ancora una volta lascia tutti in sospeso con questa dichiarazione: “Ho ancora due anni di contratto, c'è tempo per parlare con il club”. Finora, Antonio Conte non ha mai detto che resterà sicuramente al Chelsea anche se qualcuno l'ha scritto perchè evidentemente tifa per questa soluzione. Bisognerà attendere il giorno 27, quando l'ex Ct della Nazionale tenterà il double nella finale di Fa Cup. Per chi crede che il leccese possa essere finalmente la chiave per tornare al successo, non resta che incrociare le dita. Sabatini, Oriali e Conte. Già scritto, se l'Inter riuscisse a realizzare questo triplete umano, Suning acquisirebbe una grande credibilità verso tifosi e avversari che solo i soldi non possono garantire. E se Conte, come sarebbe legittimo, decidesse invece di non tradire il Chelsea guidandolo anche in Europa nella prossima stagione, allora la proprietà cinese dovrà dimostraresi ancora più credibile presentando alla piazza una valida alternativa. Non un ripiego da delegittimare alla prima sconfitta, ma un'altra figura vincente e di personalità che sappia sfruttare al meglio gli elementi a disposizione e che soprattutto sappia dare un gioco degno alla squadra con allenamenti duri e intensi. Non con le passeggiate tra le margherite della Pinetina. Mancano due partite al termine di questa stagione da dimenticare. Un'altra dopo le orge del 2010. Poi chi tirerà le somme vedrà la casa crollata, soprattutto dopo le dichiarazioni di un suo inquilino privilegiato. Ci saranno macerie e la necessità di ricostruire. Per farlo non mancheranno i soldi, ma confidiamo in un ottimo architetto. Possibilmente il migliore. Non resta che attendere.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 20 maggio 2017 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
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