In pochi lo dicono, in pochi lo sottolineano, ma questo è un signor difensore. Ben tornato, Jeison Murillo. Scrivo queste righe con grande piacere, in quanto dallo scorso gennaio ho iniziato a pensare di aver sbagliato qualsivoglia previsione circa lo status di questo calciatore. Perché, lo ammetto, mi è sempre piaciuto. Fin dall'inizio, già dal periodo in Liga. Prima parte della stagione passata super a livello di prestazioni, seconda invece brutta, negativa. Troppo per poter essere vera. Insufficienze a ripetizione e limiti non fisici, nemmeno tecnici, bensì mentali. Molto grave, un grosso limite. Perché questo è probabilmente l'aspetto più importante per un difensore centrale.

L'avvio 2016-2017 non è stato inoltre incoraggiante, ma non (solo) per demeriti propri. Il nazionale colombiano, al pari dell'intero pacchetto arretrato, ha pagato un nuovo atteggiamento tattico, quello proposto da Frank de Boer, rivolto al palleggio e al gioco offensivo, con la linea difensiva alzata di parecchi metri rispetto alle gestioni tecniche precedenti. Una grande intuizione, un ottimo mezzo per squadre ben definite, con un certo tipo di caratteristiche e che, soprattutto, lavorano insieme da tempo. Non il caso dell'Inter, che ha vissuto una delle estati più tormentate della propria storia, con tantissimo lavoro da portare avanti.

Con l'addio del tecnico olandese e l'arrivo di Stefano Pioli, il rendimento dell'ex Granada si è ribaltato (al pari dell'intera rosa, eccezion fatta per pochissimi). Doti atletiche assolute (ma questa non è una novità), senso della posizione e - finalmente - concentrazione continua e non più a intervalli irregolari. Anche all'interno della stessa partita. Bene, questo è il Murillo che ricordavo.

Ora è tempo di discutere con il club dell'adeguamento di contratto (non è sicuro il prolungamento, in quanto la scadenza è lontana, ovvero 2020). E qualora si arrivasse all'accordo sarebbe un bel segnale di fiducia nei suoi confronti, anche se a giugno tutto potrebbe cambiare. Premessa: è presto per avanzare qualsivoglia ipotesi, ma al netto della ricerca di un top player del ruolo (Konstantinos Manolas è l'obiettivo numero uno), non è da escludere a priori una cessione del classe '92 di Cali in caso di offerta particolarmente significativa. Con l'obiettivo di concretizzare un'ottima plusvalenza (pagato 8 milioni di euro più 1 di bonus).

Staremo quindi a vedere. C'è ancora tempo prima di tornare a parlare (straparlare e chiacchierare nella maggior parte delle occasioni) di mercato. Nel frattempo, l'Inter può godersi un giocatore assolutamente ritrovato. Con la speranza, al netto delle grandi possibilità economiche di Suning Group, di non doverlo sacrificare a giugno. Perché con lui, Joao Miranda (la cui carta d'identità recita 'classe '84', ricordiamolo) e il nuovo acquisto la difesa nerazzurra sarebbe a quel punto di assoluto livello. Pari a quella delle altre big d'Europa.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 23 febbraio 2017 alle 00:00
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
vedi letture
Print