Buona la prima come si dice in questi casi. Il 3-0 alla Fiorentina presenta molte luci e qualche ombra. Per mezz'ora l'Inter di Luciano Spalletti ha incantato i 51 mila e passa innamorati di San Siro come chiedeva il tecnico alla vigilia. Gioco corale, fraseggi palla a terra, pressing alto, squadra corta, sovrapposizioni sulle fasce, centravanti devastante. Il meglio del copione. Sul 2-0, poi, sono emersi difetti recenti e antichi. La squadra ha abbassato ritmo e intensità e ha accettato di giocare a ping- pong con la Fiorentina, smettendo così di comandare la partita. Il pallone non scorreva più, ma sbatteva, la viola esaltava in un paio di occasioni “Batman” Handanovic e colpiva un palo interno che se la palla fosse entrata, avremmo rivisto i soliti fantasmi. Santo Perisic ha però provveduto nel finale a chiarire che quest'Inter non è più disposta a fare regali.

Chi vorrà battere i nerazzurri, dovrà sputare sangue, sportivamente parlando, e forse nemmeno basterà, come ha detto Spalletti. Bene così, dunque, in attesa della verifica, difficile ma affascinante, di sabato sera all'Olimpico con la Roma. Intanto nella prima uscita ufficiale sono stati confermati gli indizi che avevano scandito le amichevoli precampionato. I giocatori acquistati finora dall'Inter sono forti e funzionali come è di moda dire ora. Borja Valero, con o senza barba, manda la palla dove vuole nei tempi e modi che decide. Vecino, nome e volto poco mediatici, recupera molti palloni “sporchi” e li “ripulisce” con cura non disdegnando l'inserimento senza sfera. Dietro c'è Skriniar, l'uomo senza nome di battesimo, che anticipa, intercetta, svetta di testa, imposta. Se confermerà quanto fatto vedere finora anche nella tana della Roma contro Edwin Dzeko, capocannoniere della scorsa stagione con ventinove reti, finirà il periodo di prova per l'ipotetica assunzione in nerazzurro.

I tifosi dell'Inter sono poi curiosi di vedere all'opera dal primo minuto il brasiliano Dalbert, proveniente dal Nizza e il portoghese Cancelo che venerdì scorso ha giocato l'ultima partita con il Valencia prima dell'approdo alla Pinetina. Si tratta di due esterni di sicura qualità, ma che dovranno lavorare e molto per spiccare in un campionato come quello italiano che non sarà il più bello come un tempo, ma rimane tra i più difficili, tatticamente parlando. Dalbert sarà il terzino sinistro che Spalletti ha in mente, da migliorare la fase difensiva perchè per spinta, piede e cross ci siamo. Il tecnico nerazzurro ha rivelato, nella conferenza stampa post Inter-Fiorentina, che Dalbert potrebbe ripercorerre la strada fatta da Emerson Palmieri, rivelatosi alla Roma uno dei migliori interpreti del ruolo prima del grave infortunio al ginocchio di fine stagione. A mio avviso è diverso il discorso che riguarda Cancelo. Il portoghese è un giocatore spettacolare dotato di corsa, dribbling, fantasia. Movenze, nel momento dell'attacco alla profondità, alla Dani Alves. Ma più che un terzino, sembra un esterno di centrocampo in caso di difesa a tre o addirittura la controfigura di Candreva con lo schema attuale, il 4-2-3-1. 

Con queste considerazioni è facile pensare che all'Olimpico vedremo ancora in campo, dall'inizio, i collaudati D'Ambrosio a destra e Nagatomo a sinistra. Contro la Fiorentina non hanno sfigurato, con Spalletti si migliora. Roma-Inter sarà gara spettacolare prima, durante e dopo. Tornerà nella capitale Luciano Spalletti che ha chiuso lo scorso campionato al secondo posto conquistando 87 punti. Una corsa da scudetto se pensiamo che la prima Juventus di Antonio Conte si laureò campione d'Italia a quota 84. Nonostante il risultato raggiunto, Spalletti non sarà applaudito sabato dal Colosseo dell'era moderna. In tribuna l'oggetto dello scontro con la stragranda maggioranza del tifo giallorosso, alias Francesco Totti, ora dirigente vestito con giacca e cravatta. Non ci interessa tornare sulla disputa per pontificare su chi avesse ragione, ma è chiaro come il tecnico nerazzurro senta particolarmente l'appuntamento con gran parte del suo percorso da allenatore di prima fascia. Se vorrà vincere a Roma, l'Inter dovrà giocare una grande partita, non saranno concessi errori, si tratterà del primo esame di maturità che, per per entrambe le squadre, arriva comunque troppo presto. Le cose di campo si icrociano in questi giorni con i discorsi di mercato.

Nonostante siano sbarcati a Milano sei nuovi giocatori a fronte, per ora, delle partenze di Medel, Biabiany e Kondogbia, ci si continua a chiedere perché all'Inter non sia arrivato il cosiddetto top player. Dov'e sono i vari Vidal, Di Maria, Nainggolan etc etc? Qualcuno ipotizza che Suning abbia chiuso i rubinetti sotto richiesta del governo cinese. Altri assicurano che la proprietà nerazzurra potrà tornare a spendere, una volta riscritte alcune strategie politiche ed economiche del grande paese orientale. Molta, troppa gente, si sta improvvisando esperta di tutto scatenandosi sui social. Su questo punto, a mio avviso, sarebbe auspicabile una conferenza stampa da parte della dirigenza nerazzurra per chiarire alcune cose e magari zittire chi spara sentenze senza averne i requisiti. In attesa che si chiuda positivamente la trattativa per portare all'Inter Patrick Schick. L'ho già scritto e lo ripeto: farsi scappare nuovamente un talento del genere che ora vuole solo vestirsi di nerazzurro, sarebbe imperdonabile. E magari la cena di ieri sera tra gli agenti, Ausilio e Sabatini (ancora in corso mentre viene pubblicato questo editoriale) servirà a scongiurare il pericolo. Magari.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 24 agosto 2017 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
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