Come molti di voi sanno non risparmio critiche se l’Inter gioca male o perde. Non è il caso di Juventus-Inter, persa  immeritatamente e con parecchie ombre sull’arbitraggio che hanno inciso sul risultato e sull’andamento di una gara comunque molto bella e intensa che l’Inter avrebbe pareggiato serenamente. Il fatto che ci fosse almeno un rigore per l’Inter non sembra essere comunque una giustificazione per nessuno ma aver visto la squadra giocare a calcio per 90 minuti, alzando il ritmo e abbassandolo, nonostante i problemi che questa squadra continua ad avere, è un dato confortante. 

Pioli sceglie uno schieramento che privilegia i giocatori dal rendimento più affidabile e scegliendo di restare più coperto, senza rinunciare al possesso palla. Ottima la mossa di piazzare Murillo in marcatura su Mandzukic, così come quella di creare superiorità a centrocampo, per evitare di essere schiacciati da avversari che in casa vincono da 27 partite consecutive. La squadra tiene bene il campo ma nei primi dieci minuti subisce due occasioni da gol che nascono da una disattenzione in difesa e una giocata pregevole di Dybala. 

Tanti, troppi i palloni persi in ogni zona del campo, più per mancanza di lucidità e tensione nervosa che per reale impossibilità nel controllo. L’Inter sceglie di abbassare i ritmi e alzare il baricentro e così trova prima un occasione importante con Gagliardini che alza di poco sopra la traversa e poi una con Joao Mario che al 21° trova la difesa bianconera spiazzata e tira di pochissimo a lato con Buffon impietrito. Con quella seconda azione la squadra certifica la sua presenza in campo e solidifica le sue certezze, imbastendo delle trame di gioco sempre più interessanti.
Il primo tempo vive di guizzi ma è l’Inter che fa la partita e mostra personalità, fino al punto di impensierire almeno altre tre volte la porta bianconera. 

La gara è equilibrata ma con parecchie piccole sviste (calci d’angolo non concessi, falli non visti) fino a quando arriva un'azione rocambolesca che culmina con un fallo in area su Icardi su cui l’arbitro sorvola. Sarebbe un rigore che cambierebbe la partita e invece arriva il gol di Cuadrado con una botta dalla distanza che chiude il primo tempo in modo incongruo rispetto all’andamento del match. Nella seconda parte la Juve cerca subito di chiudere il match ma Handanovic fa buona guardia e, in generale, la difesa è concentrata, tranne nell’occasione in cui Gagliardini arriva in ritardo su Pjanic e il portiere nerazzurro chiude lo specchio della porta.

L’Inter torna a fare gioco ma la Juve ora ha più spazi e, quando può cerca di approfittarne pur soffrendo una superiorità degli avversari a centrocampo. La differenza sta proprio negli interpreti ed è un avviso preciso agli uomini mercato che, da giugno dovranno colmare il gap con la stessa Juventus, trovando almeno due fuoriclasse in grado di essere determinanti anche solo con poche situazioni in attacco o calci da fermo.

Il calcio è materia opinabile ma è comunque triste constatare che l’opinione generale sia che se non tiri esattamente nello specchio della porta non sei pericoloso. La pressione durata per quasi l’intera gara ha mostrato i limiti in fase esecutiva ma ha mostrato anche la capacità di essere grande in casa di una rivale che oggi ha qualcosa in più. Certamente se l’Inter avesse avuto almeno uno dei rigori contestati, il secondo tempo sarebbe stato più produttivo, ma oggi non ci si può più nemmeno lamentare degli arbitri per la paura ipocrita di essere considerati vittimisti o di pensare che due rigori a favore in uno scontro diretto non incidano granché.  Sta bene solo se il concetto entra nella testa dei giocatori che non devono avere alibi.

Il problema è che dopo questa partita la posizione in classifica è tornata brutta. Superati dalla Lazio, appaiati con l’Atalanta e con un sesto posto mortificante, rispetto al reale valore di questa rosa. Gagliardini ha avuto tre occasioni di cui due di testa ma gli è mancata freddezza mentre Brozovic poteva risparmiarsi una sceneggiata durante la sostituzione con quell’espressione di chi sembrava aver subito un furto in casa. Buoni gli ingressi di Kondogbia ed Eder ma è evidente che l’Inter non abbia una soluzione alternativa a Icardi per dare più profondità alla manovra. Un male che nell’ultima sessione di mercato non si poteva affrontare.

Per giocarsela alla pari con tutti dovremo aspettare qualche mese ed evitare un estate masochista come l’ultima. Per il resto è stata un'Inter di cui andare orgogliosi.
Amala

Sezione: Editoriale / Data: Lun 06 febbraio 2017 alle 00:05
Autore: Lapo De Carlo / Twitter: @LapoDeCarlo1
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