Altro giro, nuove conferme per Walter Mazzarri. La sua Inter olia gli ingranaggi ed esce con un secondo pareggio dai 90 minuti contro il Manchester United. Un bel segnale dopo l'1-1 con il Real che aveva già lasciato intravedere indizi positivi sotto l'aspetto tattico ma anche della personalità. Da Berkeley a Landover la storia cambia poco: la macchina mazzarriana tiene testa ad una big europea e lo fa mettendo in mostra una rinnovata maturità anche grazie ai nuovi innesti. Su tutti quello di Vidic, che con Juan Jesus e Ranocchia ha sorretto una difesa apparsa già solida e silurata soltanto dal sinistro velenoso di Bale all'esordio in Guinness Cup.

Dal più classico dei colpi a parametro zero, il centrale serbo si è trasformato nel primo frammento in grado di cambiare il DNA della squadra. L'accordo raggiunto in inverno andava letto come il preludio della svolta, quella operata sul mercato dall'ottimo Ausilio, in linea con le esigenze di WM. Dopo l'ex capitano del ManUtd è stata la volta di M'Vila, inseguito fino al sì definitivo del Rubin Kazan. I due hanno in comune la fama di 'duri' che li accompagna da anni. 'Forte come Ivan Drago' il primo ("ma il mio calcio non è solo fisico"), etichettato come bad boy per un paio di scaramuccie avute con la propria Federazione il secondo.

Fra le novità un Dodò molto "consistent" per dirla alla Thohir, ma anche abbastanza scaltro da riuscire a far ammonire i più esperti Carvajal e Valencia. Se M'Vila per ovvi motivi legati alla condizione ha dovuto limitarsi al compitino in mezzo al campo, l'ex romanista sembra essere volato negli States con l'unico obiettivo di far vedere sin da subito a Mazzarri di che pasta è fatto, insidiando Nagatomo per il posto sulla corsia mancina. Fa bene il patron a ritenersi soddisfatto per queste prime due uscite americane. La squadra acquista fiducia, segue i dettami del proprio tecnico, sfodera Ranocchia capitano e Jonathan mezzala, maschera bene le carenze naturali a livello di forma fisica e di elementi.

Rosa destinata a crescere con almeno altri due rinforzi annunciati e vicinissimi ad unirsi alla causa nerazzurra. Mazzarri aspetta il 'Pitbull' Medel e il suo vecchio pallino Osvaldo, secondo molti un'altra testa calda, al 100% assetato di riscatto a San Siro. Muscoli e agonismo assicurati, stiamo certi che l'Inter che sta nascendo avrà voglia di giocarsela su tutti e tre i fronti, mettendo i bastoni fra le ruote anche alle grandi favorite. L'ha già fatto contro Real e Red Devils, scendendo in campo con il carattere e la cattiveria che è mancata lo scorso anno e che Mazzarri invocava. Per il gioco richiesto da Thohir bisognerà attendere anche i rientri fondamentali di Kovacic e Hernanes. Ma non aspettiamoci un'Inter che giochi di fioretto (per i risultati non serve, dice WM). Questa squadra vuole mordere.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 31 luglio 2014 alle 00:01
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DaniAlfieri
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