Esattamente un'ora fa è stata scritta la pagina finale della prima sessione di calciomercato estiva nella storia interista condotta dal primo all'ultimo giorno sotto la bandiera di Suning. Un romanzo lungo tre atti, scritto da due penne navigate delle trattative, che oggi, 1° settembre 2017, può andare alle stampe con il titolo di "Aspettando Karamoh".

Il remake in chiave nerazzurra dell'opera teatrale di Samuel Beckett, come il testo originale più illustre, è stato costruito intorno alla condizione dell'attesa, quella alimentata dalle sproporzionate indiscrezioni dei media (il budget da 150-200 milioni, il colpo fantascientifico di Messi), ma anche dalle mezze frasi e degli ammiccamenti degli stessi attori protagonisti, anche loro complici della costruzione di una aspettativa che è stata smascherata nelle sue premesse.

ATTO I, LA PLUSVALENZA AI TEMPI DEL FFP - L'insoddisfazione della dirigenza nel tentativo di cambiare condizione sociale ad un club che in sette anni ha perso inesorabilmente il suo blasone si percepisce già ai primi bagliori di giugno, il mese consacrato al santo Fair Play Finanziario. Il diktat sull'asse Nanchino-Nyon di quei giorni febbrili, soprattutto quelli più vicini al 30, ha un unico nome: plusvalenza. Condizione necessaria e sufficiente per la Beneamata di tenere fede al Settlement Agreement firmato nel 2015 da Erick Thohir: per azzerare i 30 milioni di passivo, il club di Corso Vittorio Emanuele II decide di cedere Banega al Siviglia per circa 9 milioni (un anno dopo averlo comprato a zero proprio dagli andalusi), Caprari alla Samp per 14 e definire le uscite di contorno, ma comunque fruttuose, di Gravillon, Eguelfi, Miangue e Dimarco.

ATTO II, LA POTENZA INESPRESSA - Dopo aver accantonato la situazione di rigore finanziario coercitivo ereditata dalla vecchia gestione Moratti-Thohir, Zhang sembra poter dare finalmente il via alla tanto agognata età dell'oro. Lo si percepisce tra le righe nei soldi investiti per rimpolpare la linea verde (Odgaard-Zaniolo) e in quelli messi già in conto per opzionare Salcedo e Pellegri (affare da 20 milioni più eventuali bonus). Le ambizioni, quindi, diventano trattative vere e proprie per sogni di mercato di mezza estate pronti a essere realizzati: non è un caso che per Arturo Vidal, ad esempio, Carlo Ancelotti confermi il desiderio della controparte di allungare le mani sul tuttocampista cileno con una dichiarazione eloquente: "Rimane con noi, ho già detto agli amici Sabatini e Spalletti di lasciar perdere", le parole del tecnico italiano rilasciate nella conferenza stampa tenutasi al National Stadium di Singapore.
Pleonastico ricordare come per diverse settimane anche Radja Nainggolan sia stato nella wish list di Luciano Spalletti, che in data 15 luglio, al termine dell'amichevole con il Norimberga, si era sbilanciato così: "Potrebbe essere una di quelle cose in maturazione perché ne abbiamo parlato e i direttori lo tengono presente. Nainggolan è un campionissimo come altri che abbiamo e come altri che abbiamo nel mirino".
Nel frattempo, in sordina, fanno capolino ad Appiano Gentile tre elementi funzionali al progetto tecnico di Spalletti, che non a caso nelle prime due gare vinte con Roma e Fiorentina li ha schierati titolari: trattasi di Milan Skriniar, marcatore slovacco vecchio stampo che mette fine alla stirpe dei Murillos, difensori sudamericani istintivi e allergici alla tattica; Borja Valero, alias il Banega capace di giocare nel cuore del centrocampo; e, infine, Vecino, il più pagato perché è un tuttofare che sa destreggiarsi con la palla muovendola veloce a due tocchi e nel contempo è abile a buttarsi negli spazi grazie a una buona progressione unita a discreti tempi d'inserimento.

ATTO III, ASPETTANDO KARAMOH - Poi viene agosto, il mese della verità, del dentro o fuori. Ed è proprio sul più bello che la stilografica di Mr. Suning si inceppa per le ormai note restrizioni ordinate dal governo cinese in materia di investimenti nel calcio all'estero. Col poco inchiostro rimasto, Sabatini e Ausilio riescono finalmente a mettere nero su bianco il contratto di Dalbert Henrique dopo una contrattazione estenuante con l'ostico Nizza e in più, in men che non si dica, riescono a piazzare in prestito annuale l'ammutinato Kondogbia al Valencia ricevendo in cambio Joao Cancelo. Operazione logica viste le contingenze, ma che andrà vidimata l'anno prossimo dopo un'attenta valutazione della stagione del laterale portoghese, non partita certo con il piede giusto per colpa dell'infortunio al ginocchio capitatogli in Nazionale. Ricapitolando: nell'estate in cui l'Inter si sarebbe dovuta iscrivere nuovamente all'élite dei club più potenti del mondo grazie alla potenza di fuoco della sua proprietà, sono arrivati Padelli, Skriniar, Borja Valero, Vecino, Dalbert, Cancelo e, infine, Karamoh, che si è manifestato a Milano dopo la notte bianca di dostoevskiana memoria del 30 agosto. Sette giocatori, tutti funzionali, che saranno utili al perseguimento dell'obiettivo dichiarato: entrare nella top 4 della Serie A, per poi prendere parte di diritto alla Superchampions 2018-2019.

EPILOGO - È finito il tempo delle illusioni, ora comincia il calcio vero, il campionato del lungo autunno e dei verdetti di maggio. Una stagione da affrontare con sei punti già in saccoccia, due giocatori da Gran Premio come Perisic e Icardi e un condottiero che si è messo in testa di voler rispolverare le stelle più opache del suo firmamento. Ma anche con una rosa all'osso almeno fino a gennaio (delittuoso fare affidamento su un centrale difensivo ai margini da anni e su un ragazzo dal grande avvenire ma con zero presenze in Serie A), quando la Fortuna di Sabatini, quindi di Suning con il Partito Comunista Cinese, magari si sarà ripristinata.

MORALE - "Non siamo all'apice della nostra fama. Anche se non saremo ricordati per il mercato, siamo convinti di avere fatto un buon lavoro", ha detto Sabatini all'Hotel Melià rimandando al giudizio del campo il suo operato. Ora, infatti, il tempo è finito, l'orologio che allo scoccare delle 23 di ieri ha salutato la finestra di mercato più pazza degli ultimi anni ha sentenziato ancora una volta per l'Inter: "(Lo scudetto) oggi non verrà, ma verrà domani".

Sezione: Editoriale / Data: Ven 01 settembre 2017 alle 00:00
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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