Coraggioso, con carattere e senza paura. Mi ha colpito Roberto Gagliardini. E molto. Complimenti all'Inter per un acquisto che già oggi considero azzeccato. Perché da parecchio non ammiravo un impatto tanto positivo di un giovane con la maglia nerazzurra, probabilmente dai tempi di Davide Santon e Mario Balotelli (citati indipendentemente dal prosieguo delle rispettive carriere). La speranza, ovviamente, è che il canterano atalantino possa restare a Milano con risultati migliori e con maggior continuità.

Ciò che mi ha portato a dedicare questo spazio al centrocampista di Bergamo è stato un aspetto, una qualità in particolare che non è scontata nel calcio moderno, assolutamente. Tecnicamente parlando, ma non solo, una dote che lo rende differente rispetto a tanti altri (per esempio Geoffrey Kondogbia): il saper giocare a testa alta e con costanza nel corso dei 90'. Sempre e comunque. Non è da tutti. E nella maggior parte dei casi questa caratteristica differenzia un grande giocatore da un altro che lo è (o peggio, lo sarà) solo dal punto di vista del potenziale. Ma nel calcio il termine 'potenziale'  è spesso sinonimo di rammarico. Si sa.

Bravo, bravissimo quindi al Gaglia, altrettanto a Stefano Pioli che ha deciso di dargli fiducia sin da subito, consegnandogli la maglia da titolare in tutte e tre le prime uscite ufficiali. Nessuna bocciatura (macché), ma prestazioni assolutamente positive (forse meno a Palermo, ma prova comunque sufficiente). Questione, oltre che di qualità, soprattutto di personalità. Senza la quale sarebbe difficilissimo impattare in questo modo a San Siro con una maglia pesante come quella dell'Inter.

Non mi piace osannare i giocatori dopo pochissimo tempo (in Italia si fa presto a scendere e salire dal carro, soprattutto con i giovani). Lo trovo un atteggiamento mediatico che fa male ai nostri migliori talenti, ma per questa volta ho voluto fare uno strappo alla regola, perché in pochi mi hanno colpito come il 23enne neo interista. Un talento cristallino al quale auguro di diventare protagonista anche con la maglia della Nazionale. Le premesse ci sono tutte, ma poco stupore. Almeno da parte mia. Perché non è da tutti giocare così. Sempre e comunque a testa alta.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 26 gennaio 2017 alle 00:00
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
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