Dopo la settima gara senza vittoria, l'ennesima con una prestazione indecorosa prima di tutto a livello caratteriale (aspetto non accettabile a questi livelli) pensare di avere in mano la bacchetta magica per poter risolvere i guai dell'Inter va oltre il concetto di arroganza. L'unica certezza è che qualcosa bisogna fare, perché l'immobilismo non può avere effetti benefici. Non è ancora il tempo di gettare lo sguardo al prossimo anno. Innanzitutto perché con nove punti in palio l'Europa League è ancora artimeticamente possibile. Secondariamente perché sono già troppe sette partite così, figurarsi se è concepibile arrivare a dieci con le tre rimaste in calendario. Lasciamo che la società faccia le sue valutazioni, ma ai giocatori non è permesso pensare che sia finita qui, anche se a questo punto è difficile capire come far passare il messaggio.

Si può invocare il “bastone”, ma non oltre i limiti del controproducente. Domenica, esprimendo il personale dissenso via social per quanto visto in Genoa-Inter, ho lanciato la provocazione di un ritiro fissato a prescindere a giugno, onde evitare equivoci riguardanti il mese in più di vacanza che i giocatori farebbero in caso di qualificazione ai preliminari di Europa League. E' evidente che non è fattibile, perché sarebbe un autogol in vista della prossima stagione. Un ritiro così anticipo, spesso, si paga sul lungo periodo.

Bisogna allora puntare su altro, nello specifico su una maggiore durezza in fase di campagna acquisti. Negli anni scorsi l'Inter ha fatto tremendamente fatica a liberarsi dei giocatori in eccesso. E' necessario svoltare, anche da questo punto di vista. C'è bisogno di un paio di esterni? Quelli in eccesso non partono per il ritiro estivo. Se puntano i piedi, vanno fuori dalla lista della FIGC. Sono provvedimenti duri, ma altrettanto “senza cuore” (si fa per dire, parliamo di milionari) sono stati i giocatori in queste ultime partite. Inutile girarci attorno: i ritmi della maggior parte dei nerazzurri a Marassi hanno sfiorato il calcetto tra attempati amatori a metà settimana. Diversamente da quanto affermato da alcuni commentatori, il Genoa non ha fatto una grande partita. Handanovic è rimasto pressoché disoccupato fino al gol di Pandev e i rossoblu hanno agito dietro la linea della palla con tutti gli effettivi per 93'. Rivedere la sfida per credere.

E' evidente che non si può essere “morbidi”. Non si può concedere alcuna finestra di libertà durante il ritiro, come è accaduto nella settimana antecedente a Inter-Napoli. Forse sarebbe stato opportuno addirittura prolungarlo. Proprio il nostro ultimo avversario, che ha vinto, è tuttora in “clausura” vicino Palermo in vista della prossima trasferta. E i ragazzi di Juric, pur nella pochezza della prova offerta domenica, un po' di quel famoso cuore lo hanno mostrato. L'Inter no, nemmeno con i partenopei. Affermare il contrario significa cercare di rianimare psicologicamente un gruppo che non ha intenzione di essere rianimato. Sul perché, dopo un periodo del genere, è permesso malignare.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 09 maggio 2017 alle 00:00
Autore: Mattia Todisco
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