Un ‘patto d’amicizia’ nato negli anni ’80 e poi via via consolidatosi. Non va disconosciuto il fatto che dietro alla fede calcistica ci sia sempre stata una matrice politica comune. Sia la Curva Sud dell’Hellas Verona, così come la Nord interista sono da sempre orientate a destra. Nella seconda metà degli anni ’80 con l’arrivo in Curva Nord degli Skins – gruppo con simpatie dichiaratamente neofasciste -  il sodalizio diventa ancora più forte. I legami tra le Brigate Gialloblu veronesi e l’Azione Skinhead Veneto sono noti da tempo d’altra parte così come le frequentazioni extracalcistiche. E’ così che non è un caso che quando nella stagione 1990-91 l’Inter debba affrontare in campo neutro il primo turno di Coppa Uefa – in quell’annata gli uomini del Trap solleveranno al cielo nella finale di ritorno dell’Olimpico contro la Roma un trofeo continentale che mancava nell’allora bacheca di piazza Duse dalla metà degli anni Sessanta -  si scelga come sede per la partita proprio il Bentegodi. La gara di ritorno con il Rapid di Vienna finirà 3 a 1 per i nerazzurri. E da lì partirà la lunga cavalcata. Da Milano un vero e proprio esodo ma quella sera in Curva con gli interisti tantissimi tifosi veronesi. 

Accanto al legame “politico” c’è comunque anche quello sportivo. Chi può d’altronde può dimenticare la “fatal Verona” per i cugini rossoneri? Ed è così che proprio in quegli anni al Bentegodi il Milan di Sacchi inciampi e perda un altro scudetto. I motivi della rottura tra le due tifoserie debbono allora ritrovarsi più avanti. Si arriva, infatti, alla fine degli anni Novanta. L’Hellas, va detto, in tutto quel periodo naviga tra la seria A e la serie cadetta. Ma nella stagione 2001-02 i veronesi si trovano nella massima competizione (retrocederanno al termine della stessa). Tra le due curve succede qualcosa. Che, ancora una volta, ha a che fare con la politica e l’intolleranza. Mentre nella Nord interista gli Skins praticamente spariscono. Il gruppo si era sciolto da tempo, per molti di loro scattano i provvedimenti restrittivi della Digos e, di fatto, rimangano pochi cani sciolti poi assorbiti in altre piccole fazioni. Nella Curva Sud del Bentegodi le cose non vanno esattamente così. Anzi. Il ricambio generazionale tra i capi delle Brigate porta ad una svolta ancor più “integralista”. In quell’epoca in molte squadre italiane la presenza dei giocatori di colore è sempre più numerosa. Non mancano così negli stadi di tutta Italia gli odiosi ‘buu’. Verona brilla in tal senso. Addirittura, quando, l’Hellas acquista un giocatore di colore in Curva Sud spunta un fantoccio ‘impiccato’ con la maglia di quel malcapitato. Un gesto che provocherà sdegno in tutta l’opinione pubblica.

Così, stavolta, capita che gli insulti e gli ululati di scherno siano anche per quella che era l’Inter di Ronaldo, allenata dall’hombre vertical al secolo Hector Cuper e poi caduta sciaguratamente in quel maledetto 5 maggio del 2002. Da allora è guerra aperta tra le tue tifoserie. Con l’Hellas Verona finito nel calcio minore e addirittura retrocesso in Serie C le occasioni di ‘confronto’  diventano pressoché nulle. Ecco perché la gara di martedì prossimo è così sentita.  Dopo un decennio le due formazioni tornano ad affrontarsi in un match che conta ad eliminazione diretta. La Nord prepara il ‘comitato d’accoglienza’ ai veronesi che come ha annunciato il sito della società nerazzurra proprio in queste ore arriveranno in massa a San Siro. Cinquemila biglietti del terzo anello blu polverizzati e molti che arriveranno alla spicciolata aggregandosi all’ultimo minuto. Insomma, dopo la notte con il Partizan, il Meazza si appresta a vivere un altro match ad alto rischio per l’ordine pubblico.

Sezione: Dalla Curva / Data: Gio 13 dicembre 2012 alle 12:04
Autore: Fabrizio Valenti
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