È il giorno di Javier Zanetti a Catanzaro, con il vice presidente dell'Inter che nel teatro Politeama, gremito in ogni ordine di posto con 2000 persone presenti, ha ricevuto il premio intitolato a Nicola Ceravolo presidente della squadra calabrese dal 1958 al 1979. L'epoca più importante per la storia del club giallorosso commemorata in un premio che non vuole premiare solo gli atleti ma anche gli uomini che hanno costruito la storia di questo meraviglioso Sport. Dal palco Javier si è raccontato al pubblico del teatro ritirando un premio: "È un onore e un privilegio essere qui. Ritiro un premio importante che porta il nome di un dirigente importante che era grande nella vita prima che nello sport, e questo conta ancora di più per me. Soprattutto ritirarlo qui con questo entusiasmo, che ho respirato dal mio arrivo  in aeroporto, mi fa un piacere immenso".

Il discorso si sposta in fretta sull'Inter di oggi: "Bisogna avere pazienza, quando non arrivano i risultati tutti soffriamo, io per primo da grande interista. Quando sono arrivato all'Inter ho passato momenti difficili ma ho sempre creduto nella cultura del lavoro, ho sempre pensato che ci avrebbe portato a fare quello che poi abbiamo fatto. La stessa cosa dobbiamo fare ora, già dalla prossima stagione. Sono sicuro che potremo davvero fare molto bene".

Una squadra che ha sulla panchina Roberto Mancini, l'allenatore con il quale Javier ha vinto il titolo tricolore: "Con Roberto abbiamo vissuto momenti importanti, con lui abbiamo cominciato a vincere e sono sicuro che con lui torneremo a farlo e ad essere protagonisti".

Zanetti come esempio di sportività e di interismo: "Volevo continuare questo legame con l'Inter che per me è una grande famiglia. Sono orgoglioso di portare sempre questi colori ovunque io vada". Se questo è un momento difficile, quello del vice presidente è un richiamo alla difesa dei colori nerazzurri: "Al di là dei risultati dobbiamo sempre essere fieri di essere interisti. La fede è una sola, l'Inter si ama e basta. Sento spesso parlare di calciatori italiani. Un gruppo coeso è molto importante, ma la cosa più importante è come difendi la maglia al di la' da dove arrivi, il senso di appartenenza conta sempre. Contano le persone, i sentimenti. Sono arrivato con il presidente Moratti che ringrazierò sempre: più che il campione lui voleva l'uomo. L'Inter ha qualcosa di magico, ha qualcosa di unico che le altre squadre non hanno. Se indossi la maglietta dell'Inter, difficilmente quando te ne vai la dimentichi".

La chiosa è ancora dedicata all'attualità: "Tutti noi, per primo il presidente Thohir, vogliamo costruire una squadra che torni a conquistare grandi successi. Vogliamo tornare a gioire e credo sia arrivato il momento di provarci. Icardi? È un grandissimo attaccante, molto giovane e può dare ancora tanto. Capitan Ranocchia? Si è trovato in un momento difficile della società, è molto giovane ed è alla prima esperienza da capitano, anche io quando ho iniziato non avevo la maturità di adesso. È un bravissimo ragazzo con tanti valori e con capacità. Ha bisogno di tempo ma i tifosi interisti sono speciali anche per questo, sanno capire tutte le situazioni. In questo momento di difficoltà siamo tutti responsabili, la società per prima ma nel calcio si devono commettere meno errori possibili, così torneremo ad essere protagonisti".

L'applauso accompagna le ultime parole di Zanetti, un'ovazione convinta e sincera. C'è il tempo per Felice Natalino di salire sul palco e abbracciare il capitano della sua Inter. Un premio e un palco da condividere con la leggenda, quella del numero 4 nerazzurro, Javier Zanetti.

Sezione: Copertina / Data: Lun 25 maggio 2015 alle 20:49 / Fonte: Inter.it
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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