Lunga intervista ai microfoni di Pagina 12 per Javier Zanetti, vice president dell'Inter, in questi giorni a Mosca per assistere ai Mondiali di Russia in veste di collaboratore della Conmebol, la Confederazione calcistica sudamericana. Pupi debutta spiegando come è la sua vita oggi, lontano dal campo: "Sono felice perché mi piace quella che è l'atmosfera del calcio. Ho deciso di esercitare questo ruolo di dirigente, sono vicepresidente dell'Inter, sono un membro della Commissione FIFA, collaboro con la Conmebol. Vado a mille all'ora, perché ci sono molte cose da fare e questo mi fa imparare ogni giorno".

Zanetti spiega perché ha preferito questa veste a quella di allenatore:
"Fare l'allenatore è una cosa che devi sentire, e dopo una lunga carriera come giocatore volevo fare altro. Mi sono visto in un altro ruolo, come quello che sto coprendo attualmente, e ho capito che per far sì che i giocatori vadano in campo pensando solo a quello che devono fare, c'è una squadra alle spalle con molta professionalità. Per me, essere parte di quella squadra è importante e cerco di trasmettere ciò che ho imparato durante tanti anni della mia carriera. Quando rincorri la palla, ti concentri sulla partita, sul ruolo di capitano, anche per essere in grado di guidare i compagni di squadra. Ma per esercitare questo nuovo ruolo mi son dovuto preparare, sono tornato all'università per studiare".

Com'è la giornata tipo di Zanetti adesso?
"Faccio un po' di tutto: progetti commerciali, responsabilità sociale, ho anche l'opportunità di lavorare con il direttore sportivo per un'idea di acquisto o vendita da sviluppare insieme. Sono felice perché è un ventaglio di possibilità che mi aiuta a vivere molti aspetti del calcio che non conoscevo".

Com'è stare vent'anni nello stesso club? 
"Quando sono arrivato all'Inter mi sono reso subito conto di aver trovato il mio posto nel mondo perché l'Inter è un club che, al di là di quello che si può fare in campo, guarda molto il lato umano. Mi è piaciuto molto. Anche se all'inizio i risultati non sono arrivati, alla fine il tempo ci ha dato la ragione e lo sforzo che il club stava facendo acquistando grandi giocatori si è convertito nella vittoria di tanti titoli".

Zanetti dirigente consiglierebbe Zanetti giocatore?
"Lo consiglierei sì, perché tutto quello che ho fatto da giocatore l'ho fatto sempre con grande professionalità e con grande passione, il che è una cosa fondamentale. E anche con spirito di appartenenza, quello che mi ha fatto andare avanti tanti anni in questo club e che oggi si sta perdendo. Le cifre che girano oggi nel calcio sono molto diverse rispetto alla mia epoca, e non ci sono più giocatori che decidono di rimanere a vita in una squadra. Sono decisioni personali, parlando delle mie esperienze sono troppo felice di quello che ho fatto". 

Sei mai stato vicino a lasciare l'Inter qualche volta?
"Ho avuto tante occasioni per andare via, ma alla fine sulla bilancia ha sempre prevalso il significato che ha l'Inter per me".

Qual è la tua relazione con i Mondiali?
"Ne ho giocati due, e negli altri due che avrei potuto giocare ho fatto il possibile per esserci. Ho fatto tutto il mio cammino e sono rimasto fuori negli ultimi mesi, ma non mi rimprovero nulla perché ho dato tutto. Poi le decisioni non spettavano a me ma ad altri. Il Mondiale dove ho sofferto per essere rimasto fuori? Quello di Germania del 2006".

Chi è Javier Zanetti?
"Una persona rispettata per come ha saputo gestirsi in questo ambiente difficile". 

VIDEO - I TIFOSI DELL’INTER GIÀ ASPETTANO IL NINJA: STRISCIONE PER NAINGGOLAN SOTTO LA SEDE

Sezione: Copertina / Data: Sab 23 giugno 2018 alle 22:35
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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