Anche l'ex presidente Massimo Moratti è intervenuto in occasione della presentazione del libro Inter 110 - Noi siamo fratelli del mondo: "Mi sono emozionato nell'ascoltare le parole di Zanetti e Gianfelice Facchetti, sono 2 belle persone e sono felice di essere vicino a loro. Siamo tutti riuniti oggi dal rispetto e dalla complicità dell'essere interisti e dal filo che li unisce. L'Inter non è solo una squadra di calcio, è un'interpretazione della vita che io ho trovato grazie ad un padre meraviglioso che lavorava affinchè si realizzasse un grande futuro. Ha insegnato a me e ad altra gente a voler bene a ciò che si faceva bene, e noi l'Inter l'abbiamo voluta bene. Sono sempre stato un po' geloso degli altri presidenti. Sono stati anni emozionanti con nemici e avversari, ma anche quello ci riempiva la vita. Nei momenti di difficoltà si è creato questo grande clima, esploso con gli scudetti e il Triplete. Abbiamo costruito emozioni soffrendo, ma non ci siamo mai allontanati dall'essenza di questo club. L'Inter è una donna affascinante difficile e viziata. Per me è stato un privilegio essere responsabile e presidente dell'Inter. Una volta avevo un tifoso di fianco mentre la partita andava male, e mi accollai con lui tutta la responsabilità. Mi sentivo in dovere di qualcosa nei confronti dei tifosi. Noi ci buttiamo giù per le sconfitte, ma è una storia che continua sempre, anche con una proprietà straniera. Suning è coinvolta, vuole fare il bene dell'Inter, e dobbiamo aiutarli noi. Non si sa come, ma ci si innamora dell'Inter. Ci sono circostanze difficili, ma siamo sulla buona strada. Quella dell'Inter è una storia meravigliosa. Abbiamo vinto nel 1910 e nel 2010, ogni dieci anni, quindi nel 2020 lo scudetto sarà nostro. Auguro un grande in bocca al lupo alla famiglia Zhang: ci siamo noi ad aiutarvi".

Parlando poi ai cronisti presenti, l'ex patron nerazzurro ha spaziato dal suo legame 'di sangue' coi colori nerazzurri fino a ulteriori specifiche sull'identità propria dell'interista. Ecco le sue dichiarazioni in merito: "Rimpianti? Ogni scudetto non vinto. Scherzi a parte, i rimpianti ci son sempre, ma il buon senso ti fa valutare la vita nel suo complesso e mi sembra che la mia famiglia abbia dato almeno un piccolo aiuto all'Inter. Devo ringraziare mio padre per avermi trasmesso l'affetto per l'Inter e per i grandi regali che fece ai tifosi. In questi casi, i rimpianti li metti da parte. Il ricordo più bello? Direi Vienna, la prima vittoria internazionale della grande Inter. Sull'acquisizione della società da parte mia, ricordo che Prisco mi parlo della possibilità all'angolo di una strada, vicino casa mia, dicendomi di farlo. Non ci voleva tanto a convincermi, ma mi mise in testa l'idea. Dopo 24 ore, ero presidente. All'Inter di oggi, fermo restando che bisogna conoscere le persone, ricorderei l'orgoglio di far parte di questa società e i propri doveri professionali.I ragazzi sono prudenti e cercano le cose semplici perché è una cosa che accade spesso nei periodi duri. San Siro non è facile, ma dobbiamo aiutare tutti i ragazzi. Il Napoli? Non ditemi nulla, ma spero vada bene.La diversità è anche una questione di snobismo (ride, ndr). La storia dell'Inter è differente, come è differente il piacere di esserlo e in altri casi la costanza. Ronaldo ieri è stato molto bravo, affettuoso e sinceramente commosso. Su Calciopoli non ha detto nulla di scandaloso, lui è uno straniero che guarda da fuori e ha visto quel che era. Lo scudetto? Tifo ovviamente Napoli, ma la Juve è molto solida, sta facendo bene e ha grandi meriti. Detto ciò, non mi auguro certo una vittoria del Napoli domani: cominciamo a far andare bene l'Inter, poi il resto si vedrà".

Presentazione libro Inter110, Moratti
Sezione: Copertina / Data: Sab 10 marzo 2018 alle 13:09 / Fonte: Dall'inviato di FcInterNews Mattia Todisco
Autore: Fabrizio Longo / Twitter: @fabriziolongo11
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