"Sono due mesi che manco dal mio posto in tribuna, per guai di salute vari. Mi manca da matti. Conto di tornarci per Inter-Lazio. Alla mia età il corpo va gestito, come fanno i calciatori dopo gli infortuni". Così Ernesto Pellegrini, ex presidente dell'Inter, annuncia a La Repubblica la sua assenza dal Meazza per il derby di Milano di stasera.

"Sarà un derby vero. Il Milan ce la metterà tutta per farci sudare la seconda stella. Arrivarci prima di loro è un sogno, e non esistono sogni facili da realizzare", aggiunge Pellegrini, secondo cui l'Inter dovrà puntare "sul suo spirito combattivo. Sul rientro di Lautaro che sarà super motivato. E sulla capacità del gruppo di non prendere gol. Questa Inter come quella del Trap? Le due squadre si somigliano molto, al punto che fatico a trovare differenze. Sono forti, compatte, verticali. Solide ma votate all’attacco. E i giocatori sono amici fra loro. Il Trap è unico, ma Inzaghi sta dimostrando di non essere da meno, in quanto a carattere. È un combattente, anche se educato e gentile. E sa motivare i giocatori. Ho sempre creduto in Inzaghi, anche nei momenti più difficili. Gliel’ho detto quando sono andato in visita alla Pinetina, qualche mese fa".

La Pellegrini serve ancora i pasti che mangiano ad Appiano Gentile, accadeva già con Fraizzoli e la tradizione prosegue. Nel mezzo c'è stata anche la presidenza, per l'83enne imprenditore, che di quel tempo conserva grandi ricordi. "Tanti e bellissimi. La notte sogno ancora i giorni dello scudetto. Al risveglio, impiego qualche istante a realizzare che è successo davvero. Lo stesso succede con la Coppa Uefa di trent’anni fa. Ed è incredibile come certe imprese uniscano gli uomini che le hanno compiute". 

Pellegrini spende ancora parole al miele per i ragazzi di allora: Serena ("Un grande calciatore e una persona speciale"), Ferri ("Sono felice per lui, teneva tanto a tornare all’Inter") e non nega di essere stato vicino a riacquistare il club. "C’è stato un momento in cui sembrava potesse succedere, dopo gli anni del Triplete. Ne parlai con Moratti e Tronchetti, ma alla fine non se ne fece nulla". Gli elogi non mancano anche per Steven Zhang: "Mi piace. Educato, rispettoso. Eravamo seduti vicini a San Siro, poi lui ha smesso di venirci. Il futuro del club? L’importante è che chi lo guida sia innamorato dell’Inter e Zhang lo è. Poco cambia se sia indiano, cinese, bulgaro o italiano. Ecco, fosse milanese sarebbe bello, quello sì. Come può rafforzarsi la squadra? Lo sa solo Marotta, di cui ho stima enorme. È il più bravo di tutti. Quel che decide lui deve andare bene a tutti gli interisti. La squadra è da finale di Champions. Ci è già arrivata, proverà a tornarci".

Sezione: Copertina / Data: Lun 22 aprile 2024 alle 10:20
Autore: Redazione FcInterNews.it
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