"La rimonta per arrivare in Champions è possibile e non lo dice solo l’ambizione di questa società. Ma lo dice anche l’andamento di dicembre. Abbiamo vinto tre partite di fila e trovato l’equilibrio". Così Mauro Icardi intervistato dalla Gazzetta dello Sport. Di seguito altri stralci della lunga chiacchierata della rosea con il capitano nerazzurro in ritiro a Marbella.

Con Pioli su cosa state lavorando?
"Soprattutto sulla testa, sulla concentrazione. Anche perché tutto parte dalla testa. E non possono reggere attenuanti fisiche in questo periodo, siamo solo a gennaio, manca ancora metà stagione".

A proposito di Pioli, cosa è cambiato con il suo arrivo?
"Ha cambiato la mentalità dell’Inter, ha ridato fiducia a tutti, anche a coloro che giocavano poco con De Boer e che nonostante la svolta in panchina continuano a giocare meno".

Era necessario dare un segnale insomma...
"La situazione con De Boer era diventata insopportabile. I giocatori meno utilizzati erano davvero scontenti e non partecipavano con molta voglia nemmeno alle esultanze, ai momenti di gioia del gruppo. Adesso con Pioli l’aria è cambiata, anche chi gioca poco si sente coinvolto nel progetto e ha piacere di far parte di questo gruppo".

Ha percepito la grandezza del progetto di Suning?
"Sì, chiaramente. Ed è emozionante sentirsi così coinvolto. L’obiettivo della proprietà è quella di tornare in Champions, il torneo che compete all’Inter e che ti offre la miglior visibilità mondiale. D’altronde è la storia nerazzurra che lo dice. Con Moratti è stato così, con il presidente Thohir c’era l’intenzione e adesso con la famiglia Zhang arriverà un ulteriore rilancio. Il progetto di riportare il club ai vertici si basa sulla grande passione e sulla grande voglia di Suning".

Gabigol ha segnato un gol decisivo, seppure in amichevole: come procede l’inserimento?
"È normale che la gente si attendesse di più da lui, si era creata un’immensa aspettativa quando è arrivato in estate. Però il calcio italiano non guarda tanto i giovani, chiede subito risposte. Invece lui ha bisogno di tempo per lavorare e lo sta facendo molto bene ogni giorno".

Ancora più giovane è Pinamonti, classe 1999: rivede un piccolo Icardi in lui?
"Vedo un ragazzo umile, che parla poco, che si applica e che ascolta. Tutte qualità quando hai quell’età. Quando ha giocato contro lo Sparta Praga in Europa League gli ho consigliato di non strafare, di giocare come se fosse in Primavera, altrimenti sarebbe stato peggio. E ha fatto un assist per il primo gol di Eder".

Come si immagina tra dieci anni? Magari con un po’ di scudetti e una Champions sul comodino?
"Me lo auguro davvero di poter alzare tanti trofei con la maglia dell’Inter. Mi auguro anche di poterlo fare in meno di dieci anni. Quando ho deciso di venire all’Inter l’ho fatto perché sono interista e perché volevo vincere tanto con questa maglia. Quindi sì, mi vedo con qualche scudetto e almeno una Champions".

Conosce Gagliardini?
"Non di persona, l’ho visto giocare. Se dovesse arrivare, sarà il benvenuto, lo accoglieremo davvero volentieri. Sarebbe un altro fratello nerazzurro".

Recentemente il procuratore di Jovetic ha espresso un certo disappunto sui rapporti tra Stevan e lei, sostenendo che le formazioni non le faceva l’allenatore ma il capitano.
"Non si può pensare che un giocatore scelga chi far giocare, è una cosa che non esiste. Io non ho mai fatto la formazione. Altrimenti l’allenatore a cosa serve?".

Sezione: Copertina / Data: Gio 05 gennaio 2017 alle 08:15 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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