Chi avrà per sempre un posto speciale nella storia dell'Inter è, sicuramente, Giovanni Trapattoni. L'allenatore di Cusano Milanino, intervistato in esclusiva da FcInterNews, analizza il momento della squadra di Roberto Mancini, copia-incollando il pensiero del tecnico jesino: l'Inter della prossima stagione sarà in grado di competere per lo scudetto. Oltre all'obiettivo dichiarato, il Trap considera anche il futuro di Mateo Kovacic, l'esonero di Walter Mazzarri (difeso a suo tempo proprio su queste colonne) e una stagione, quella 2015-2016, che a suo dire dovrebbe essere da triplo impegno, con il traguardo Europa League da raggiungere in queste ultime 10 giornate.
L'Inter ha perso, seppur immeritatamente, a Genova contro la Sampdoria nel posticipo di domenica scorsa: crede che con questo ko la zona europea si sia allontanata definitivamente?
"Credo che Mancini stesso, i giocatori e la società intera siano consapevoli che l'annata è stata molto particolare, con tante partite perse nonostante il gioco espresso. Ma l'allenatore ha grande esperienza internazionale e ora sta iniziando a conoscere veramente la propria rosa. Punterà anche sull'orgoglio di questo gruppo che, nonostante gli errori commessi e le debolezze mostrate, ha tutte le carte in regola per risalire. Magari non di emergere del tutto, ma di risalire certamente sì. Gli elementi sono di caratura internazionale, il cui valore tecnico è assoluto. Il Mancio riuscirà a trovare le motivazioni giuste per farli esprimere al meglio cercando di raggiungere l'Europa nelle gare che rimangono. Anche io ho passato dei momenti simili".
Ha detto che i giocatori sono di livello internazionale. A tal proposito, una delle critiche che spesso i tifosi muovono è proprio su questo aspetto: "I calciatori attuali non sono da Inter". Lei pensa che non sia così?
"Non bisogna mai aspettarsi dei risultati immediati dopo aver vinto tutto con un determinato gruppo. Penso che i giocatori attuali siano stati scelti e presi da squadre importanti, sono convinto della loro caratura. I tifosi devono dimenticare il passato di Herrera e Mourinho, e dovrebbero concedere totale fiducia a Mancini. Questi calciatori conoscono il calcio internazionale. Le squadre italiane non possono permettersi Messi o Ronaldo, dobbiamo rimanere nella realtà".
Poco prima dell'esonero di Walter Mazzarri, proprio ai nostri microfoni, difese il suo operato. A posteriori, con l'arrivo di un grande allenatore come Roberto Mancini, pensa ancora la medesima cosa?
"Purtroppo ci sono dei momenti in cui un presidente deve prendere delle decisioni. Thohir non è stato contento di allontanare Mazzarri, ma quella scelta era diventata inevitabile. Mancini ha dato quella scossa all'ambiente, quel tipo di entusiasmo che prima non c'era. Ma non era colpa del precedente allenatore. Il Mancio ha tanta esperienza, ha ottenuto grandi successi, soprattutto all'Inter, ma è normale che abbia trovato tante difficoltà. Gli allenatori non hanno tempo di lavorare, i tifosi e i presidenti vogliono risultati immediati. In questo senso siamo poco tutelati".
Stagione 2015-2016 senza preliminari di Europa League ed energie riservate esclusivamente a campionato e coppa Italia, oppure stagione con l'impegno europeo: Giovanni Trapattoni da che parte sta?
"Il calcio ha sempre avuto negli anni tante competizioni, e il fatto di 'eliminarne' una in particolare lo reputo solo una teoria. Un gruppo acquisisce valore anche con tanti tornei, e il triplo impegno permette di aumentare le possibilità di alzare un trofeo a fine stagione. Con il giusto turnover, con una gestione accurata degli uomini a propria disposizione si può fare l'interesse di tutti, tifosi compresi, oltre che della società. Non credo che 'eliminare' una competizione sia la scelta giusta, le rose di oggi sono in grado di far fronte al triplo impegno, pur partendo da 'lontano' come nel caso dell'Europa League".
Si parla tantissimo di Mateo Kovacic. Lei si priverebbe, in sede di mercato, del giovane croato?
"Non sono la persona più adatta per rispondere a questo tipo di domanda. Se è stato acquistato vuol dire che l'Inter era convinta del suo valore. Probabilmente ha bisogno di tempo per affermarsi. L'eventualità della cessione dipenderà anche da dinamiche economiche: personalmente, a meno che la situazione societaria non obblighi a questo tipo di scelta, non mi priverei mai di un giovane così forte. I primi tempi sono difficili per tanti, non vorrei fare il nome di Platini... i primi sei mesi del campione francese furono molto difficili, ma poi tutto cambiò".
Roberto Mancini continua a ribadire che l'Inter della prossima stagione sarà in grado di lottare per la vittoria del campionato: lei è d'accordo?
"Penso proprio che l'Inter sarà in grado di lottare. Anche a me, in carriera, è capitato di arrivare sesto per poi vincere il campionato nella stagione successiva. Sono convinto che con questo organico, magari rinforzato da qualche acquisto, Mancini possa farcela".
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
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