Un'esperienza breve ma ricca a fianco di grandi campioni che lo hanno accompagnato nel suo processo di maturazione all'Inter, squadra che lo portò in Italia nell'estate del 1998 prelevandolo all'età di 21 anni dalle file del Rennes. Nel mezzo un prestito al Vicenza, seguito dalle parentesi con Parma, Monaco, Atalanta e dal salto definitivo alla Lazio, sotto la guida di Roberto Mancini, tecnico con cui riuscì a conquistare il suo primo trofeo in biancoceleste, quella Coppa Italia strappata alla Juve nella doppia finale del 2004. Ousmane Dabo si consacrò nella capitale, mentre per il Mancio fu solo il preludio della scia di successi avviata nella stagione successiva a San Siro. FcInterNews.it ha avuto il piacere di incontrare il mediano francese, ex anche di Manchester City e New England Revolution ed oggi pienamente coinvolto nel progetto Inter Forever. Con lui abbiamo parlato di derby, del momento e delle ambizioni dei nerazzurri, con uno sguardo alla novità introdotta da Thohir e da Mancini, ed un altro sul passato.

Ousmane, hai visto il derby? Che impressioni hai avuto dalla prima Inter di Mancini?
"Sì, ho visto la partita. La squadra ha giocato benino, anche un po' meglio del Milan, però c'è da dire che è stata una gara mediocre. Mancini è arrivato a Milano da pochi giorni ma si vede che ha lavorato bene. Un pareggio alla prima nel derby è un buon risultato. Come gioco si può migliorare, però la prestazione è stata positiva". 

Giusto il cambio tecnico con l'esonero di Mazzarri? 
"Secondo me sì, anche perché reputo Mancini uno dei migliori allenatori. Per l'Inter è senza dubbio una buona scelta. Lo conosco bene, Mancini è un vincente, ha una grande personalità ed è molto preparato tatticamente. E poi ha vinto tutto, eccetto che in Europa. Ha conquistato il campionato inglese e quello italiano. E vincere conta".

Ti aspettavi di più da qualcuno in quest'inizio?
"La squadra è buona e ha degli ottimi giocatori. Magari però il feeling con Mazzarri non era più quello di una volta".

Domenica prossima il test contro la Roma all'Olimpico. L'Inter può giocarsela?
"Certo, la Roma sta bene e gioca a memoria, ma è la partita perfetta per lanciare la nuova Inter. Ci saranno motivazioni molto alte e la voglia di dimostrare di poter competere anche con i giallorossi".

Che idea ti sei fatto dell'addio di Massimo Moratti?
"Mi è dispiaciuto. Ho conosciuto Moratti ed è una bravissima persona, anche molto competente. Dispiace, però sembra che anche Thohir abbia voglia di fare bene. Personalmente non ho avuto modo di conoscere il nuovo presidente, ma penso che l'Inter sia stata lasciata in buone mani".

Della tua esperienza a Milano che ricordi hai? Fu l'anno dei quattro allenatori, prima dell'arrivo di Lippi e il tuo passaggio al Parma.
"Un periodo strano ma la squadra c'era. Avevamo in rosa grandissimi giocatori, dei veri campioni. È stata una bellissima esperienza ma io ero anche molto giovane. Era giusto andare via perché non potevo giocare, ero ancora troppo acerbo e l'Inter era una squadra forte".

Domanda forse retorica: chi era il più forte dei tuoi compagni?
"È dura scegliere perché mi allenavo con tanti grandissimi giocatori. Però Ronaldo era un extraterrestre".

Tornando attuali ti chiedo un nome: chi può dare un'ulteriore spinta a questa Inter?
"Mi aspetto molto da M'Vila. Lo conosco e so che ha margini di miglioramento, può essere un grandissimo giocatore per l'Inter. Mi auguro faccia molto bene, se riesce a trovare la condizione può dare una grossa mano alla squadra. E Mancini secondo me lo gestirà alla perfezione".

Il ritorno in Champions è un traguardo accessibile? 
"Sì, c'è ancora la possibilità di raggiungere il terzo posto, altrimenti sarà Europa League. Tutto è possibile, il campionato è lungo e ancora aperto".

Sezione: Esclusive / Data: Mar 25 novembre 2014 alle 11:30
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DaniAlfieri
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