Ha ragione Mancini quando dice che il calcio non è il ping-pong. Io preferisco dire che non è Subbuteo, dove al primo tocco si ferma il gioco. Il regolamento, giustamente, va interpretato. E gli arbitri quest'anno stanno esagerando con i cartellini rossi. Non c'è più gioco fisico, non si può più saltare a colpire di testa, non si può più contrastare. Questa deriva favorisce i simulatori: ne viene fuori uno spettacolo pessimo e, purtroppo, anche falsato. Va salvaguardata l'essenza del calcio. E' quella che si sta perdendo per andare dietro a sofismi.

Stavolta ne fa le spese Orsato, che a parer mio resta il miglior arbitro italiano (e anche di parecchio). In parte, ma solo in parte, mi sento di assolverlo per i due cartellini a Nagatomo. Non ci stanno, né il primo né il secondo: il primo è una mano appoggiata, il secondo un semplice intervento fuori tempo senza pericolosità. Il problema, quello reale, è la sceneggiata di chi riceve il fallo: è quella che induce l'arbitro ad ammonire. Callejon sembra colpito da una mitragliatrice e simula (questo è il verbo esatto: simulare) un colpo che non riceve mai nella vita. E non vi fate ingannare: Nagatomo è in ritardo, ma frena e appoggia appena la mano sulla schiena dello spagnolo. Poi i due si sfiorano con le gambe, ma niente di più. Nessuna ginocchiata come qualcuno ha descritto. Allan vede scivolare davanti a sé il giapponese fuori tempo, ma non viene colpito se non con il capo di Nagatomo che prova pure ad abbassarsi. Imbarazzante è la sceneggiata del brasiliano, che finisce a terra, si rotola e sbatte la mano sul terreno, simulando (anche qui!) un colpo violento che non c'è. Addirittura, lo stesso Allan continua la pantomima pure dopo, zoppicando e lamentandosi fino a poco prima della ripresa del gioco. Peccato che poi in tv vada a dire: "Il fallo di Nagatomo? Era da giallo. Se non fossi saltato mi sarebbe venuto addosso". Sarebbe, condizionale. E allora perché quelle grida di dolore?

Dopo questa lunga parentesi, torniamo al motivo reale per cui Orsato è stato insufficiente: il metro di giudizio. In tanti, tantissimi hanno giustificato il doppio giallo a Nagatomo con la frase "da regolamento ci sta". Peccato che Orsato, nella stessa partita, non mantenga lo stesso metro. Perché da regolamento sarebbero da ammonizione anche le proteste veementi di Higuain appena a inizio gara, le entrate da tergo dello stesso Higuain e di Biabiany, il fallo di Albiol e quello nel finale di Koulibaly (già ammonito). In particolare, si è notata una netta inversione di tendenza nella gestione dei cartellini tra primo e secondo tempo. Per questo motivo, quindi, Orsato è stato ampiamente insufficiente. Ma più di lui, lo è stato chi ha condizionato le sue scelte errate. Come troppe volte avviene in Italia.

"Se in Italia c’è chi si allena a simulare? C’è chi è predisposto a simulare. E non solo in area... Questa è la patria dei simulatori perché da noi fischiano al primo contatto, mentre in Inghilterra, in un campionato più duro, anche se non ho con me le statistiche, credo ci siano meno espulsioni. In Italia si fischia e si ammonisce per niente. Tutto questo è sbagliato e gli arbitri dovrebbero imparare a fischiare di meno, senza farsi condizionare dal pubblico. Purtroppo questo è sempre stato un problema della Serie A". Lo ha detto Mancini in un'intervista oggi al Corriere dello Sport. Come dargli torto? Ma, d'altronde, l'Italia è il Paese dei furbetti, in cui spesso prevale quello che se ne frega delle regole. E il calcio non è altro che lo specchio fedele di una nazione alle prese con seri problemi di cultura e di educazione. Non solo sportiva e non solo civica. 
 

Sezione: Calci & Parole / Data: Mer 02 dicembre 2015 alle 17:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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