Finalmente è successo. Tutto è compiuto. La svolta epocale è arrivata.

Cosa, non si sa bene. Il Napoli campione d’Italia, no. Il Milan matematicamente salvo, nemmeno. La Juve vincitrice della Champions League, domanda di riserva. La Juve almeno campione d’Italia, macchè. Campione d’inverno, allora. Neppure.

La risposta esatta è, udite bene, che la Juventus ha finalmente raggiunto l’Inter in classifica. Pari punti. Tutto questo casino sui giornali, sui social e tra i tifosi per avere gli stessi punti dell’Inter. Ora, se cotanto risultato faccia godere così tanto, io lo posso pure accettare stante la penuria di vie alternative in tal senso, ma poi ci sarebbe, o dovrebbe esserci, l’analisi più o meno lucida della situazione.

Ed allora c’è che l’Inter ha perso una partita sanguinosa che strameritava di vincere. C’è che l’Inter ha perso pure il primato in classifica andando ad arricchire il palmares prestigioso del Napoli che può aggiungere un altro trofeo – quello di campione d’inverno – alla sua bacheca. C’è che siamo 0-0 con la Juventus, per noi tutto sommato normale, piacevole ad essere onesti, per altri un’esplosione di gioia, qualcosa di incontenibile. Beati loro.

Poi ci sono anche altri numeri che, nel campionato di serie A, a quanto dicono, ci azzeccano spesso.

Valuterei con attenzione dunque il fatto che l’Inter rimane attaccatissima al treno con la migliore difesa del campionato. Ieri, tanto per cambiare, ha subito un rigore contro ed un solo gol, l’ennesimo su calcio piazzato. L’ultimo subito su azione rimane quello di Higuain, giorno 30 novembre 2015, in dieci uomini, ma in grande spolvero.

Se questi benedetti numeri offrono delle chiavi, allora probabilmente non siamo all’inizio della fine, ma semplicemente nel mezzo della pista, dove dovremo districarci con abilità, fortuna, sudore e testa.

Le prime tre ci sono tutte, manca a volte la testa. Manca l’abitudine a giocare sul filo di lana e pure l’intelligenza di accontentarsi anche di un punto. Con una difesa così, il punticino potrebbe essere decisivo. Senza l’affanno di sbranare la Lazio una volta raggiunta e poi il Sassuolo, il cui culo ieri era evidentemente insuperabile come il tonno, avremmo due punti in più. Fate voi i calcoli.

Ad ogni modo, cambia pochissimo in termini di classifica e di ottica futura. Guardate, l’ottica di cui parlo non è quella anti-juventina. A me, di quelli, salvo gli sfottò, poco importa. Di più, mi sarebbe interessato che il gruppo delle prime tre si fosse staccato. In questo senso, ieri, pure un punto avrebbe fatto comodo. Quella della corsa scudetto è una trappola tesa ad arte nella quale ci siamo crogiolati un po’ troppo. Ma non ci deve interessare, bisogna “Sarrizzarsi” in un certo qual modo. Far finta di nulla. Noi dobbiamo ritornare in Champions.

E se è vero – e lo è – che, al giro di boa, i numeri offrono una tendenza, io non la sottovaluterei. Così come non sottovaluterei l’inadeguatezza di alcuni. Di chi restituisce l’appoggio a chi ha battuto l’angolo, per esempio, o di chi scambia coi compagni da fulcro del gioco e con palle non al di sotto dei cinque metri di altezza.

Al netto delle follie, Melo, ieri, è mancato, fidatevi. E c’andrebbero a pennello Ledesma o Pizarro, gente che avremmo potuto o potremmo ancora prendere gratis.

Testa, ci vuole. Testa. Non bisogna montarsela se si è primi, non bisogna perderla se il Napoli passa avanti, non bisogna tagliarsela se si pareggia in casa.

Il resto c’è tutto. Ci sono squadra, tempo e tecnica. C’è gente che fa gol e gente che li fa fare. C’è fisico a volontà e corsa da far paura. Ci sono alcune statistiche interessanti. Ci sono pure Napoli, Juventus, Fiorentina e Roma, è vero.

Ma ci siamo anche noi, che poi è la cosa che conta.

#Amala!

Giancarlo De Cata

Sezione: Calci & Parole / Data: Lun 11 gennaio 2016 alle 17:50
Autore: Redazione FcInterNews.it
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