Appena finita Inter-Juventus un insieme di sensazioni positive si accavallavano nella testa di un qualsiasi tifoso interista. Pensieri ambiziosi, forse anche un po' utopici, fanno da cornice ad uno stato di euforia e soddisfazione derivanti dall'aver battuto i campioni d'Italia in rimonta, dopo una partita giocata meglio degli avversari. I voli pindarici, leciti appena dopo una prestazione del genere, portano la mente lontano, verso gioie primaverili di cui è troppo presto parlare. Meglio far decorrere del tempo, rallentare i battiti del cuore e pensare ad Inter-Juventus a mente fredda.
Ecco, adesso quel tifoso qualunque ha la mente fredda, ma anche se la temperatura si è abbassata, il livello delle aspettative per la stagione appena iniziata resta alto. E dopo Inter-Juventus, anche ad un paio d'ore dal triplice fischio, è lecito che sia così. Ci sono almeno 10 motivi per sperare che questo sia il crocevia per una stagione di soddisfazioni. 

1) Da una squadra che l'etichetta di "pazza" ce l'ha nell'indole e nell'inno ci si può aspettare di tutto. Quella dei nerazzurri è una bipolarità che fa paura ma al contempo fa pensare, sperare: in 4 giorni si è passati dalla disfatta interna contro una squadra dal nome impronunciabile, alla libidine di una vittoria strameritata contro una delle più quotate squadre europee. Chissà che questa climax possa valere non solo per una "4 giorni" ma per una stagione intera, cominciata male, ma che una squadra "pazza" potrebbe concludere nel migliore dei modi.

2) C'è del calcio in ogni cambio, ogni scelta, ogni respiro di Frank De Boer. Da tempo in casa nerazzurra non passava un allenatore che badi anche all'estetica delle trame. Non è più l'Inter arcigna e forzuta dell'anno scorso, ma è la squadra che, al momento, ha la percentuale più alta di possesso palla in Serie A, che il gioco vuole comandarlo. Un vecchio principio del calcio dice che se la palla ce l'hai tu, gli altri non possono far gol. L'Inter di stasera è una squadra che gioca il pallone ogni volta che ne ha l'occasione, altro buon motivo per credere che ci si potrebbe divertire.

3) Sulla falsa riga di quanto detto al punto 2, c'è da fare un focus sul centrocampo, zona nevralgica per una squadra che vuole giocare a pallone e non a pallonate. Joao Mario e Banega sono due calciatori niente male, che vedono calcio più di quanto faccia il resto dei centrocampisti in Serie A (a parte qualche encomiabile eccezione). Il centrocampo dell'Inter, e non credo di essere presuntuoso, non è secondo a nessun altro centrocampo del campionato.

4) Icardi, decontestualizzato dai social network e dalle grane contrattuali, è un calciatore formidabile. Pressa, rincorre, aiuta la squadra nei calci piazzati degli avversari, sta imparando a giocare il pallone anche fuori dall'area e, dato da non sottovalutare, segna. Spesso. Alla Juventus più che alle altre.

5) L'Inter può fare a meno di un Brozovic capriccioso che non è sulla stessa lunghezza d'onda del resto della squadra.

6) A differenza degli anni scorsi, anche i ricambi non sono niente male. Tra coloro i quali non è sceso in campo da titolare oggi ci sono, per un motivo o per un altro, Ansaldi, Kondogbia, Brozovic, Jovetic e Perisic: gente che giocherebbe titolare in almeno 18 squadre in Serie A.

7) Un San Siro del genere, se non fosse occasionale, frutterebbe almeno 10 punti in più ad ogni campionato. Uno spettacolo.

8) Detto che dal punto di vista tecnico l'Inter è una squadra più che valida, a mio parere seconda solo alla Juventus (non a centrocampo), e che dal punto di vista tattico FDB sta facendo passi da gigante partita dopo partita, stasera è stato evidente come l'unico limite della squadra stia nell'approccio, nella mentalità. E' vero che la sfida con la Juve porta con sé motivazioni particolari, ma se la squadra giocasse sempre con la metà della cattiveria agonistica e della fame messe in campo stasera, i punti persi contro Palermo e Chievo non sarebbero rimpianti. Perché? Perché non si tratterebbe di punti persi. L'unico limite dell'Inter è l'Inter stessa: bisogna sempre tenere alto il livello di concentrazione.

9) La concentrazione di cui si parla al punto 8 vale a maggior ragione per la linea difensiva. Contro una squadra dall'attacco fortissimo (anche se con un Higuain da 20 minuti e non di più sulle spalle) i pericoli corsi sono stati pochi. Segno che la coppia di centrali di difesa è composta da primissime scelte. Calciatori spesso criticati, giustamente, per mancanze che derivano dalla poca concentrazione. Chiedete a Mandzukic quanti palloni ha visto stasera che la concentrazione è rimasta invariata per tutti i 90 minuti.

10) A chi rimprovera alla squadra di non avere un'anima, riporto le parole di Santon, che l'Inter ce l'ha nel cuore e sulla pelle (sul vero senso della parola: si è fatto tatuare le coppe del Triplete sul braccio) nonostante più di una volta quest'estate abbia rischiato di lasciare Milano perchè 'non imprescindibile', e l'Inter la sta riconquistando col sudore e col lavoro: "Ho passato un'estate difficile. Non ho mollato, ho fatto il massimo dando tutto per questa squadra, e continuerò a farlo. Stasera non volevo abbandonare il campo, ma avevo i crampi e per il bene della squadra ho chiesto il cambio". Eccola l'anima da mostrare ai detrattori.
 

Sezione: Calci & Parole / Data: Lun 19 settembre 2016 alle 00:10
Autore: Fabrizio Longo / Twitter: @FabriJzLongo
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