La trentaquattresima giornata di serie A vede di fronte Inter e Chievo Verona. Al ‘Meazza’ i nerazzurri devono vincere a tutti i costi per agganciare la Sampdoria e raggiungere la zona Europa League.

Roberto Mancini schiera il classico 4-3-1-2 con Handanovic tra i pali; linea a quattro composta da D’Ambrosio, Ranocchia, Vidic e Juan Jesus; a centrocampo si rivede Brozovic, che si dispone alla destra di Medel – in posizione di mediano – con Guarin alla sua sinistra; Hernanes confermato alle spalle di Icardi e Palacio.

Questo, invece, il 4-4-2 scelto da Maran per fermare la rincorsa nerazzurra. Bizzarri tra i pali; Schelotto, Dainelli, Cesar e Frey in difesa; Izco largo a destra, Christiansen e Radovanovic centrali ed Hetemaj a sinistra; Paloschi e Meggiorini le punte.

Avvio di gara molto promettente dell’Inter. Un ritmo alto ed un ottimo possesso palla eludono il pressing molto aggressivo dei clivensi. Il Chievo, però, è barricato con tutti gli effettivi all’interno della propria trequarti ed è difficile per Palacio e compagni trovare varchi per affondare il colpo. Le occasioni più pericolose nascono dagli esterni: D’Ambrosio e Juan Jesus si propongono spesso in fase offensiva, coadiuvati rispettivamente da Brozovic e Guarin, con El Trenza a svariare su entrambe le fasce. Al 5’ Maran è già costretto ad una sostituzione: Frey, infortunato, lascia il posto a Biraghi. Tatticamente non cambia nulla. Il terzino di proprietà dell’Inter prende il ruolo di laterale sinistro di difesa.

La prima occasione della gara capita sui piedi di Guarin – che raccoglie un’iniziativa di Palacio sulla sinistra – ma angola troppo la conclusione. Il colombiano e Brozovic provano a far male al Chievo, ma peccano in precisione, così come D’Ambrosio che, pur agendo da ala aggiunta, sbagli molti appoggi e cross per le punte.

Con il passare dei minuti il ritmo cala ed il possesso palla dei nerazzurri fa il gioco dei gialloblu che riescono a coprire ottimamente gli spazi riducendo al minimo i pericoli per la porta difesa da Bizzarri, ad eccezione di un palo colpito da Nemanja Vidic sugli sviluppi di una propensione offensiva di Juan Jesus. Anche la spinta degli esterni con il passare dei minuti viene meno, il Mancio prova ad invertire i due intermedi di centrocampo – anche più di una volta – non ottenendo però risultati migliori. Si prova allora a sfondare centralmente con Hernanes che tenta in più occasioni la conclusione a rete non centrando mai il bersaglio. Sottotono il primo tempo del Profeta, troppo schiacciato sulla linea dei centrocampisti e facilmente disinnescato da Radovanovic. Si va al riposo con zero pericoli corsi da Samir Handanovic, ma il grande possesso palla dell’Inter non ha portato ad alcun risultato a dispetto di un Chievo attento ed ordinato.

Il secondo tempo si apre con una mossa a sorpresa del tecnico dei veneti. Il Chievo si dispone infatti con un 3-5-2 per sfruttare al meglio le ripartenze. Schelotto, Dainelli e Cesar sono i tre di difesa, ma dopo pochi minuti, l’ex esterno dell’Inter viene alzato sulla linea dei centrocampisti. Al suo posto Gamberini, che sostituisce l’infortunato Hetemaj. Izco, Radovanovic e Christiansen sono i tre centrali di centrocampo, mentre Biraghi ha più libertà di spinta sulla sinistra. Mancini risponde inserendo immediatamente Podolski al posto di Brozovic e passando al 4-2-3-1 visto martedì scorso con l’Udinese.

La scossa non arriva, anzi, dopo quasi 60’ di dominio territoriale nerazzurro, il Chievo si affaccia dalle parti di Handanovic in contropiede. La fortuna non aiuta i clivensi costretti al terzo cambio per infortunio: Sardo sostituisce Dainelli e, di conseguenza, Cesar si dispone al centro della difesa a tre.

Mancini prova il tutto per tutto. Gli ingressi di Shaqiri, al posto di Hernanes, e di Kovacic per Palacio non forniscono però gli effetti sperati. Guarin, che dopo l’ingresso del talento croato si dispone largo a destra, prova a spingere grazie alla verve positiva di D’Ambrosio, ma di palloni pericolosi da sfruttare al centro dell’attacco ne arrivano pochi. I clivensi in contropiede rischiano anche di trovare la rete del vantaggio. La traversa strozza in gola l’urlo di gioia di Biraghi, mentre nell’ultimo minuto di recupero è decisivo Handanovic a ipnotizzare Paloschi che aveva saltato – fin troppo facilmente – Andrea Ranocchia.

Termina zero a zero a 'San Siro' con l'Inter che esce tra i fischi del pubblico ed un Chievo che alla fine può anche rammaricarsi per le occasioni sprecate nel finale. Troppo sterili gli attacchi dei nerazzurri che non sfruttano il potenziale offensivo di Palacio ed Icardi e si limitano ad un lento giro palla nella trequarti avversaria. La sensazione è che serva molta più cattiveria e decisione sotto porta per puntare alla qualificazione in Europa e per andare a vincere a Roma tra sette giorni.

Sezione: Angolo tattico / Data: Dom 03 maggio 2015 alle 18:45
Autore: Lorenzo Peronaci / Twitter: @lorenzoperonaci
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