C'è qualche sostituzione preventivabile nell'undici che Mazzarri oppone al Dnipro all'esordio in Europa League. L'assetto tattico però non muta, un 3-5-1-1 che vede Guarin dal primo minuto a supporto di Icardi, con l'altro 'adattato' Kuzmanovic piazzato nel ruolo di mezzala. Dall'altra parte, non si presenta certo timido l'undici di Markevich, un 4-2-3-1 abbastanza spregiudicato che però si sacrifica dal punto di vista difensivo, a partire dalla punta centrale Zozulya che va in pressing alto. Non inizia bene l'Inter, che fatica a costruire qualcosa in attacco anche per il poco movimento dei centrocampisti, tra cui Kuzmanovic ha compiti d'inserimento in zona d'attacco. Guarin, però, invece di agire tra le linee va a fare la vera seconda punta, facilitando così il compito dei due centrali difensivi del Dnipro. Fatica a trovare una sua posizione invece Hernanes, che dovrebbe coprire la zona centrosinistra del centrocampo ma poi tende ad accentrarsi. Gli ucraini giocano molto alti, cercano di disturbare la costruzione della manovra nerazzurra e inducono i difensori e i centrocampisti al lancio lungo verso Icardi, spesso raddoppiato e impossibilitato a girarsi. Quando attacca il Dnipro si affida molto alle fasce, soprattutto quella estra dove Bruno Gama e Fedetskiy mettono in difficoltà Dodò e Juan Jesus, poco aiutati da Hernanes che tende persino a scivolare spesso.

Nella ripresa, dopo un buon avvio che porta alla grande occasione per D'Ambrosio e Icardi, i nerazzurri abbassano i ritmi e favoriscono le ripartenze del Dnipro, con un Konoplyanka ispirato e un Rotan che spinge bene i contropiede. Mazzarri capisce che bisogna tenere basso l'avversario e inserisce la seconda punta Osvaldo al posto di Kuzmanovic, abbassando Guarin nella posizione di mezzala e componendo un classico 3-5-2. La replica tattica di Markevich è l'inserimento di Shakov al posto di Kravchenko, ma la vera svolta arriva poco dopo con l'espulsione per doppia ammonizione per Rotan che costringe il Dnipro a schierarsi con un 4-4-1. Proprio Shakov è la vittima sacrificale all'altare dell'inferiorità numerica: al suo posto entra Lukchevych. Poco dopo, avvicendamento di punte per Markevich: fuori Zozulya, dentro Kalinic ma il modulo non cambia. Idem per Mazzarri, quando richiama in panchina Hernanes e piazza da interno di centrocampo destro Jonathan. Guarin resta sul centrosinistra. Con il Dnipro in dieci, i ritmi del match si abbassano e l'Inter ovviamente ne approfitta, limitando al minimo il rischio di ripartenze avversarie e cercando di gestire il possesso. Anzi, i padroni di casa si spezzano in due tronconi e a centrocampo Jonathan gode più di una volta di assoluta libertà, senza però sfruttarla. Il canovaccio non muta e nei minuti finali la squadra di casa perde fiducia e vive di fiammate dei singoli, con l'Inter che pecca di scarso cinismo quando le viene mostrato il fianco. 

Sezione: Angolo tattico / Data: Gio 18 settembre 2014 alle 21:37
Autore: Redazione FcInterNews.it
vedi letture
Print