Importante banco di prova per l’Inter nella gara odierna, la prima a San Siro del campionato, contro il Sassuolo di Di Francesco dopo il pari ottenuto in trasferta a Torino. I nerazzurri si impongono senza storia per 7-0, replicando il risultato dello scorso anno. 

Mazzarri cambia forzatamente la difesa mantenendo il suo 3-5-2, Andreolli va a destra al posto di Ranocchia, che sostituisce Vidic in mezzo. Juan completa il terzetto arretrato. Medel vince il ballottaggio con M’Vila, Hernanes e Kovacic agiscono da interni, Dodò si situa sul’out sinistro e Nagatomo a destra. Davanti Osvaldo fa da spalla a Icardi.

Di Francesco punta su un 4-3-3 non rinunciatario. Gli esterni sono Vrsaljko e Peluso, con Terranova e Ariaudo centrali. In mezzo Biondini, Magnanelli e Missiroli fano da diga, pronti a ripartire. Davanti il tridente Sansone, Zaza e Berardi, uno dei più pericolosi al momento.

La squadra di Mazzarri parte tranquilla e sugli sviluppi di un buon break a centrocampo di Kovacic, che attacca la porta, Icardi va in rete di prepotenza. La partita si mette in discesa per la squadra di casa, il Sassuolo inizia a spingere sull’acceleratore e prova a sfruttare la buona lena degli esterni (bene Medel a raddoppiare tutti sistematicamente). Dalla parte di Vrsaljko-Berardi si trema, con Juan e Dodò che non si capiscono sempre. L’Inter prova a reagire e col passare dei minuti inizia a macinare gioco, soprattutto sull’out mancino, dove Kovacic sembra il più ispirato e duetta con Dodò. Proprio il croato finalizza per il 2-0 un triangolo di prima con Osvaldo e Icardi. Il canovaccio della gara non cambia, l’Inter tiene in mano il gioco e triplica con Icardi, questa volta servito con precisione da Hernanes, con la difesa del Sassuolo che per due volte segue i nerazzurri sull’esterno ignorando di coprire la fascia centrale del campo. La squadra di WM continua a fare il suo gioco e sfrutta gli spazi concessi dagli ospiti, ormai sbilanciati. Dodò macina chilometri sulla sinistra e arriva al tiro, con Osvaldo che insacca il 4-0 facilmente sfruttando un rimpallo. 

La ripresa vede in campo gli stessi 11 per l’Inter, mentre Di Francesco gioca la carta dell’ex di turno Saphir Taider al posto di Missiroli, senza cambiare modulo. La squadra ospite prova a ripartire avanti, ma ogni volta che scopre il fianco ai nerazzurri quelli puniscono. Questa volta Kovacic pesca Icardi sul filo del fuorigioco e Maurito non perdona per il 5-0. Ormai le distanze in campo sono saltate negli emiliani, Taider ci prova con convinzione e gli uomini di WM si limitano a gestire, pronti a ripartire. La gara si mette ancora più in discesa con la follia di Berardi (espulso) e Mazzarri concede minuti a Mbaye, che subentra a un non precisissimo Nagatomo, che sull’out di destra produce poco. Ancora cambi con Kovacic (osannato) che lascia spazio a Guarin (si posizione mezz’ala destra), mentre nei neroverdi Pavoletti prende il posto di Zaza. Il colombiano ha voglia di spaccare il mondo, si propone spesso in profondità, proprio un suo taglio al centro dell’area porta all’assist e il 6-0 di Osvaldo. Ormai non c’è più gara, con la difesa del Sassuolo completamente ferma anche Guarin trova la rete su imbucata di Osvaldo (che ricambia il favore). Da qui alla fine Mazzarri prova uno sperimentale 4-3-3 con Juan e Mbaye terzini e il tridente Palcio (subentrato a Dodò), Icardi, Osvaldo. Solo possesso palla per i padroni di casa, prima del triplice fischio di Calvarese.

Una vittoria convincente per Mazzarri e i suoi, abili a mettere subito al gara in discesa e a colpire al momento giusto, mentre il Sassuolo provava a reagire. Medel è l’uomo in più in mezzo al campo, su tutti i palloni. Kovacic illumina e Icardi non sbaglia un colpo. La difesa regge l’urto con il tridente emiliano, anche se Juan e Dodò non sono sempre impeccabili. Il 4-3-3 finale sembra invece frutto solo dell’andamento della gara, non un esperimento provante. Migliora il feeling tra Icardi e Osvaldo, Guarin ha invece il tempo di riconquistare San Siro. Di Francesco ha coraggio e, come 12 mesi fa, viene severamente punito. I suoi non sono mai aggressivi e quando lo fanno scoprono troppo il fianco ai contropiede nerazzurri. Si vedono poco Zaza e Berardi, dietro invece spesso ci sono svarioni di reparto, con chiusure sugli esterni, senza curarsi delle incursioni centrali. Una buonissima iniezione di fiducia dopo il mezzo passo falso a Torino. 
 

Sezione: Angolo tattico / Data: Dom 14 settembre 2014 alle 19:08
Autore: Luca Pessina / Twitter: @LucaPess90
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