Ieri era giornata di CdA in Palazzo Saras e, all'uscita dai suoi uffici, Massimo Moratti si è soffermato con i cronisti a lungo per parlare di Inter. Un'Inter che nasce all'insegna della freschezza, anche se il mercato non è ancora finito.

Presidente, come inizio di campionato non c’è male vero?
«Sono molto contento del risultato e della squadra, davvero. Molto contento di domenica».

Le è piaciuto Cassano?
«Tanto, mi è piaciuto tanto. Ha giocato con intelligenza e buon senso. Ha giocato per la squadra».

E in più ha servito l’assist a Milito per il gol del 2-0…
«Non era scontata quella sicurezza nell’offrire il pallone a Milito. Speriamo che Antonio continui così».

C’è qualcuno che la sta sorprendendo?
«Guarin, quanto è forte! Mi sta incantando, cacchio!».

Adesso tocca ad Alvaro Pereira inserirsi nel gruppo.
«Sono curioso di vederlo all’opera me ne hanno parlato tutti benissimo».

Sembra che lo scheletro della squadra ci sia insomma.
«A centrocampo devono preoccuparsi di proteggere la difesa e poi davanti si divertano pure!».

Quindi il mercato in entrata è chiuso?
«Manca ancora qualche giorno, vediamo cosa può succedere».

C’è un ruolo preciso dove potreste intervenire?
«Solo in attacco, ma nel caso in cui si presentasse un’opportunità, un’occasione».

C’è un identikit?
«Sì, deve essere alto due metri... (ride mimando con la mano, ndr). Ma no, non c’è. Non esiste una tipologia precisa di attaccante che stiamo cercando».

Quindi un obiettivo preciso non esiste?
«Lasciamo lavorare Branca e Ausilio. Ripeto: deve essere un’occasione, altrimenti restiamo così. La rosa numericamente è a posto».

Un attaccante o niente?
«Beh, di cose ne abbiamo fatte quest’estate... (il sorriso che gli spunta sul volto è sintomatico, ndr)». 

Invece in uscita bisogna registrare le cessioni di Julio Cesar e Maicon...
«Julio mi sembra ormai fatta (con il Qpr, ndr). Su Maicon vediamo, tra l’altro sta anche facendo bene in questo inizio di stagione».

Significa che potrebbe restare?
«Sì, potrebbe... vediamo».

Presidente, sul tavolo c’è anchel’ingresso in società dei soci cinesi che dovrebbero rilevare il 15% delle quote societarie. Ne avete parlato?
«No, oggi no. L’incontro non verteva su questo».

Di cosa avete discusso allora?
«Era un incontro già fissato da tempo. Si è discusso di scostamenti (variazioni, ndr) di budget. Niente a che vedere con le quote della società».

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 29 agosto 2012 alle 08:05 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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