«Sono molto felice. L’idea era solo quella di mettere ordine tra i ricordi di figlio e di ripassare il bello della vita, soppesarlo e fermarlo su queste pagine. Tra foto, telegrammi o articoli dedicati a papà che, talvolta, erano per me inediti». Gianfelice Facchetti parla così del suo fortunato libro 'Se no che gente saremmo', che ha vinto il premio 'Bancarella Sport'. Facchetti, intervistato dalla Gazzetta a margine dell'iniziativa, racconta qualche aneddoto interessante.

Ma suo padre che rapporto aveva con i libri?
«Limitato, fino a quando era a Ragioneria. Dopo però, grazie all’amicizia con Giovanni Arpino (da cui è tratto il titolo, ripreso da un passaggio di Azzurro tenebra, ndr), ha scoperto Buzzati, Tolstoj e addirittura i classici latini».

A proposito del titolo, aveva puntato subito su «Se no che gente saremmo»?
«Praticamente sì, grazie anche all’intuizione del mio editor della Longanesi. Prima avevo pensato a "Qualcosa che resta", ma quello definitivo è azzeccato».

Dalla pubblicazione a oggi qualcuno le ha rivelato storie che prima non conosceva?
«Sì, rivelatemi da gente comune. Come quei tifosi, avellinesi di Montella, che qualche anno fa andarono ad Appiano per vedere un allenamento dell’Inter. Pioveva e c’era un sacco di fango. Mi hanno detto che alla fine papà, che era già presidente, mentre stava uscendo in auto dal centro si fermò, scese e in mezzo alla melma li raggiunse per salutarli e ringraziarli. Leo, il figlio di Armando Picchi, mi ha detto invece che mio papà andò da lui quasi per scusarsi dopo aver visto una cartolina celebrativa in cui veniva definito «Facchetti, capitano della Grande Inter». Che invece era proprio Picchi. E poi ci sono state un sacco di testimonianze d’affetto trasversali...».

Per esempio?
«Tifosi milanisti o juventini che si complimentavano con me. O che, come un cioccolataio juventino di Modica, è uscito per regalarmi un sacchetto di dolci dopo aver scoperto chi fossi».

Lei è attore e a settembre riporterà al Leonardo di Milano il suo «Icaro and Dedalo srl». Del Gianfelice scrittore sentiremo parlare ancora?
«Vorrei concentrarmi di nuovo sul teatro, però ho un sacco di suggestioni, anche sportive. Dall’inizio del 2013 vorrei rimettermi a scrivere, sì».

Sezione: News / Data: Sab 04 agosto 2012 alle 11:06 / Fonte: Gazzetta
Autore: Alessandro Cavasinni
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