E’ difficile accettarlo. Il portiere è da sempre uomo solo e orgoglioso, mito da glorificare quando salva la sua squadra con un intervento miracoloso, capro espiatorio quando arrivano le papere e le sconfitte. Il tutto però con orgoglio, sempre e solo orgoglio. Una caratteristica tipica di questo stupendo ruolo. Quello che Samir Handanovic ha mostrato nella sua conferenza stampa di presentazione, quando è entrato in scena con parole forti e autoritarie, mostrando comunque rispetto per il suo prossimo predecessore Julio Cesar, lo stesso Julio Cesar che, fino a qualche settimana fa, in nome di uno smisurato orgoglio, affermava con fermezza di non voler lasciare l’Inter.

Il numero uno carioca però ha dovuto rivedere la sua posizione. Ha deciso di non puntare i piedi, di non andare allo scontro frontale con la società nerazzurra, accettando di non fare parte del progetto futuro, per via di problemi fisici alla schiena e al gomito e per via di un ingaggio molto alto, fuori la portata di un’Inter disposta a tutto pur di tagliare costi e spese per fare economia. Seppur a malincuore, Julio lascerà l’Inter e Milano. Se ne andrà un professionista serissimo, un campione in tutti i sensi, dentro e fuori dal campo, innamoratissimo dell’Inter tanto da commuoversi in occasione di una puntata del Chiambretti Night Show durante un video footage che ripercorreva gli anni dei successi.

Lacrime che hanno rigato il viso della bella moglie Susana, la quale ieri sera, in compagnia di alcuni amici in un noto ristorante milanese, non è riuscita a trattenere la commozione per il futuro addio (niente Milan, ha poi aggiunto). Proprio lei che aveva chiesto alla società maggiore rispetto per il marito. Un rispetto che, dal canto dell’Inter, non è mai mancato, un’ammirazione illimitata e un’affezione infinita per l’Acchiappasogni. Il calcio è spietato, non sa cosa sia la riconoscenza, come il dio denaro o quel mostro chiamato economia. Questi però non potranno mai cancellare il ricordo di un uomo e di un campione come Julio, un campione che ha dato e ricevuto tanto dal mondo Inter, un campione che ha regalato sei anni di successi, abbracci, lacrime e – come disse Gianfelice Facchetti la sera del centenario – “Orgoglio, tanto orgoglio”.

Sezione: CALCI E PAROLE / Data: Gio 12 luglio 2012 alle 18:00
Autore: Alberto Casavecchia
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