Parla lui, parla Rodrigo Palacio. Si era limitato a un 'sono contento' di rito dopo la firma di venerdì nel tardo pomeriggio, adesso a La Gazzetta dello Sport il Trenza rilascia le sue prime considerazioni da giocatore dell'Inter. Un'Inter che può incantare, a suo modo di vedere: "Se arriverà anche Ezequiel Lavezzi, sarà davvero un'Inter stellare. Su questo non ci sono dubbi", ha detto Palacio. Che in attacco dovrà essere l'uomo di riferimento con Milito: "Diego lo conosco bene, con il Principe posso dire di avere un feeling speciale".
Come speciale è stato il primo impatto, venerdì, con Massimo Moratti: "Sì, il presidente mi ha davvero colpito". Parola di Palacio.
Ecco l'intervista integrale di Palacio:
Che cosa l’ha colpita in queste prime ore?
«Innanzitutto la stretta di mano con il presidente Massimo Moratti. Mi ha dato il benvenuto, ma soprattutto mi ha fatto subito sentire a mio agio».
Le ha rivelato perché non l’ha presa l’estate scorsa?
«Non doveva darmi alcuna spiegazione. Evidentemente era destino che andasse così. Ci saranno stati dei problemi tra i club, ma io so soltanto che sono rimasto volentieri al Genoa un’altra stagione. L’importante è che io sia qui adesso».
Ha parlato con Stramaccioni?
«Certo. E' stato molto carino a chiamarmi dall’Indonesia. Anche Pupi Zanetti mi ha mandato un sms, mentre Diego Milito mi ha telefonato per dirmi in bocca al lupo. E' una sensazione bellissima, sentire tutti così vicini ti fa sentire a casa. Sembra di stare in famiglia: un ambiente semplice che mi piace molto».
A 30 anni si gusta di più un’opportunità così.
«Non potevo sperare di meglio. La grande occasione mi arriva in piena maturità. Meno male che l’affare è stato chiuso subito, così vado in vacanza più tranquillo e tornerò carico per una grande stagione, magari condita dallo scudetto. Non mi pongo limiti, ma non chiedetemi quanti gol segnerò. Piuttosto farò di tutto per conquistarmi un posto e mettermi al servizio della squadra fosse anche solo per gli assist».
Anche il Principe aveva 30 anni al suo arrivo in nerazzurro...
«E' un precedente ben augurante. Vorrà dire che chiederò a Diego qual è il suo segreto. Scherzi a parte, non è pensabile segnare tanti gol come lui, ma sicuramente mi darà una mano. Con il Genoa ho eguagliato il mio record, 19. Anzi, 21 con quelli in Coppa Italia. Ma è meglio non fare troppi calcoli».
Il vostro feeling è nato in nazionale?
«Purtroppo sono sempre stato utilizzato in alternativa a lui. In allenamento, però, spesso giocavamo insieme. A prescindere dall’intesa in campo, comunque, io e Diego siamo molto simili nel carattere: tranquillo e riservato. Anche per questo andiamo d’accordo».
E se arrivasse anche Lavezzi?
«L'Inter avrebbe un attacco stellare. Per me sarebbe bellissimo giocare anche con il Pocho. Ho conosciuto anche lui nella Seleccìon, il nostro rapporto è eccellente. Speriamo proprio che venga anche lui a Milano e non vada a Parigi. Sono curioso di conoscere i nuovi compagni: ce ne sono tanti bravi, compreso Pazzini che a Genova ho visto da vicino».
L’Inter sta trattando anche Silvestre con il Palermo.
«Con Matias ho giocato nel Boca, è un difensore molto forte e credo che sarebbe un ottimo acquisto».
A proposito di Boca Juniors: lì ha trionfato dappertutto.
«Sì, è stato proprio un bel periodo. Abbiamo avuto la fortuna di vincere molto».
Anche lì ha segnato gol importanti.
«Esatto. Nella Libertadores del 2007 feci gol al Gremio in finale. Poi al Mondiale per club in Giappone segnai anche l’1-1 al Milan anticipando Nesta e Maldini: purtroppo non bastò per vincere».
Quindi si prenota per il prossimo derby?
«Vediamo. L’esperienza non mi manca: sia a Buenos Aires contro il River che a Genova contro la Samp ho sempre vissuto da protagonista sfide molto accese. E in Argentina ho pure fatto una tripletta».
Ci spieghi una cosa: perché è così geloso della sua treccia?
«Ovviamente è una battuta, quella con Zanetti. Ho già pagato il mio debito con i tifosi del Genoa, ora non la accorcio più».
Ma come è nata questa storia?
«Una casualità. Avevo 18 anni quando decisi di tagliarmi i capelli corti lasciando solo la treccia. Poi col tempo è diventato il mio segno distintivo. Ora per tanti sono "Trenza". Ma io sono Rodrigo, preferisco che mi chiamino così».
Invece qual è il segreto della "gambeta"?
«Mi dicono che qualcuno addirittura la paragoni alla finta di Messi. E' un’esagerazione, in realtà cerco di essere il più veloce possibile nel dribbling e faccio tutto in maniera molto naturale. Di sicuro io provo sempre a divertirmi, anche per fare felici i miei tifosi».
Come lascia il Genoa?
«Tutti si sono comportati bene con me. Sono stati tre anni bellissimi, molto utili per ambientarmi in Italia e nel difficile campionato italiano. Ora sono curioso di conoscere Milano. Mi piacerebbe vivere in centro: deciderò insieme a Wendy, la mia compagna, quale sarà la soluzione migliore anche per Juana, la nostra piccola».
Quindi le vacanze le passa a casa, a Bahia Blanca?
«Sì, torno dai miei come sempre. Ritrovo gli amici d’infanzia e soprattutto l’abbraccio di mio padre, Josè Ramon. Lui ora allena le giovanili dell’Olimpo di Bahia Blanca, il suo club da sempre. Anche lui corona un sogno con il mio arrivo all’Inter».
A quando il primo asado con i nuovi compagni?
«Quanto prima. Per noi argentini è un rito. Non credo che mancheranno neanche Samuel e Cambiasso: anche al Cuchu mi lega una lunga amicizia. Sono le occasioni migliori per costruire un grande gruppo».
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