E' una delle sorprese più positive di questo finale di stagione, con ogni probabilità l'Inter lo riscatterà dal Porto. Con cui già tratta per limare il prezzo. Intanto Fredy Guarin pensa all'ultima partita di campionato, dopo di che ciò verrà discusso il suo futuro: "Io vorrei rimanere - afferma il centrocampista colombiano -, all'Inter sto bene. Dimostrerò chi sono", le prime parole del colombiano.

Guarin, crescere a Medellin rende più forti?
«A me non è mai successo nulla, e se parla della criminalità, bé, quella c’era una volta. Il problema è un altro: che la gente ha paura di andare in Colombia perché pensa ciò che lei mi chiede, crede sia pericoloso. Invece no: chi va lì, poi non vuole più tornare indietro da quanto si sta bene».

Come lei dall’Inter
«In Sudamerica l’Inter è da anni la squadra... sudamericana. Come se fosse un club in più, le televisioni diffondono più l’Inter delle altre, io l’ho sempre guardata, e ancor più quando Cordoba arrivò in nerazzurro. Chi era il mio idolo? Ivan a parte, Ronaldo: ho fatto l’attaccante fino a 16 anni».

Numero nove?
«Numero 9: fu l’allenatore della nazionale colombiana Under-17 a mettermi a centrocampo, si chiama Eduardo Lara. Daquel momento, ho giocato solo in mezzo. Come qui».

Recentemente lei ha detto: «Dall’Inter non mi muovo». Ce la farà?
«Dovranno parlarsi i club ma io voglio restare così come sento di poter rimanere: perché è una delle squadre più forti del mondo, perché mi trovo bene con mia moglie e i miei figli Daniel (6 anni, ndr) e Dana (1, ndr), perché la volevo e adesso che l’ho raggiunta non voglio perderla. Amo l’Inter perché c’è Cordoba, perché c’è l’azzurro che è il mio colore preferito, per l’importanza del club, perché da qui sono passati i migliori giocatori del mondo fra cui un altro mio idolo, Vieira, quello per il quale ho la maglia numero 14».

Quanto ha «sofferto» per tutto ciò che si disse al suo arrivo, tipo che l’Inter aveva preso un giocatore infortunato?
«Non tanto perché fortunatamente (ride) non capisco ancora bene l’italiano. Ma un po’ sì, perché la voglia di giocare e di far sentire la mia presenza nel gruppo era infinita».

Finora cosa crede di aver dimostrato? E il prossimo anno cosa vorrà far vedere in più?
«Che sono un combattente, con carattere e voglia di vincere. La prossima stagione? Prima fatemi avere la certezza di restare, poi ve lo farò vedere».

Ha un giocatore colombiano, non noto come Falcao, da suggerire all’Inter?
«Dorlan Pabòn, centrocampista ’88 dell’Atletico Nacional».

Stramaccioni ha stregato tutti: anche Guarin?
«Ha tanta voglia di vincere. E una forte personalità».

Vincere a casa-Lazio potrebbe non servire per la prossima Champions League: però ci crede ai miracoli calcistisci?
«I miracoli esistono eccome, purtroppo non ho potuto giocare qui la Champions e vorrei giocarla il prossimo anno. Noi cominciamo a vincere, facciamo il nostro gioco, poi vediamo cosa succede...».

Al massimo sarà Europa League, che lei ha già vinto.
«Chiaro che se non dovessimo centrale la Champions vorrò vincere lì, dove ho già vinto col Porto. Se è un problema giocare il giovedì? Per due anni ho fatto campionato e coppa senza problemi: ci sono abituato, nessuna paura, nessun problema».

Rewind, a proposito di Lazio: prima dell’Inter, si è parlato di biancocelesti e Juventus interessatea lei. Quanto è stato vicino all’una e all’altra?
«Ne avevano parlato fra procuratori forse, ma non ero presente. Appena è spuntata l’Inter, mi sono presentato. Il sogno va vissuto in prima persona e dal primo minuto».

Scusi Fredy, quanti tatuaggi ha?
«Sei, perché?».

Se domenica prossima fa il gol-Champions, ne «disegna» un altro? 
«Se succede, e sarebbe il primo nell’Inter, qualcosa farò. Sicuro».

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 12 maggio 2012 alle 09:00 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Riccardo Gatto
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