Il problema, quello vero, è che non si sa se ridere o piangere. Un dubbio atroce mi assale: quanto è credibile il nostro sport? Quanto è credibile il nostro calcio? Probabilmente poco. Brutture e storture di un Paese alla deriva si riversano e si alimentano in un football nostrano malato cronico. Deriva di un qualcosa che veniva chiamato gioco. In Italia, anche i bambini per i campetti di terra hanno imparato a simulare come fanno gli idoli idolatrati in tv.

La speranza è che le nuove generazioni guardino verso questo calcio e facciano poi meglio di chi li ha preceduti. Un disastro continuo. Nessuno vuole perdere, ci si scanna per le briciole. Ultras inferociti fermano partite; ex calciatori moribondi rivelano torpidi inganni a tifosi e, soprattutto, a loro stessi; gare truccate; doping dilagante; calendario con partite fissate ogni due giorni; contemporaneità; scommesse. Poi tutti bravi a parlare del dramma di Morosini. Ipocriti.

Questo calcio è marcio, in caduta libera. Il bubbone dell'ennesimo scandalo italiano sta per scoppiare e, anche se tutti fanno finta di nulla, il procuratore federale Stefano Palazzi sta per comunicare i primi deferimenti: sarà un altro bagno di sangue. E intanto ci si interroga sulla terza stella juventina. Il club bianconero, invece di godersi uno Scudetto strameritato, si inguaia in polemiche infantili. La dirigenza juventina assomiglia sempre più alla Lega Nord: grida 'Roma ladrona', ma poi passa a incassare quattrini italiani. Agnelli e compagni fanno lo stesso: gridano, sbraitano l'illegalità della Federcalcio e dell'Inter, ma poi continuano a giocare in Serie A. Fossero coerenti, non si iscriverebbero più al campionato.

Ma la terza stella è davvero un aborto dell'informazione. Andrea Agnelli, più che un presidente, incarna il peggiore dei capi ultras: con i paraocchi, superficiale e demagogo. Ha cavalcato l'onda del 'sono sempre 29' e ora reclama una cifra maggiore di una unità. Eppure, bisognerebbe ricordare al Giovin Signore che fu proprio la sua attuale società a patteggiare in tribunale una decorosa Serie B per non finire molto più in basso. Fu proprio uno dei suoi mai ripudiati amici, Luciano Moggi, a gettare in un vicolo cieco la richiesta di terza stella. L'ex dg bianconero, infatti, ha utilizzato una difesa molto chiara: non si è mai dichiarato innocente, ma ha solo insinuato che non era l'unico club (la Juventus) ad agire nell'illegalità. In poche parole, ha utilizzato la teoria del 'Così fan tutti'.

Come ci ha spesso ricordato una mente lucida quale quella del collega Marco Travaglio, “Un colpevole più un colpevole non fa zero colpevoli, ma due colpevoli”. Ergo: Moggi ha sempre chiesto la revoca del 14esimo Scudetto nerazzurro e mai avrebbe potuto chiedere indietro i due revocati alla Juve, per sua stessa ammissione colpevole.

Colpevole di aver infangato questo gioco. Colpevole di aver deriso e soggiogato le avversarie. Colpevole di aver coperto di ridicolo non solo l'Fc Juventus, ma tutto il sistema italiano. Colpevole, infine, di aver infranto i sogni di tanti tifosi per troppi anni. Quanti di noi, oggi, si guardano indietro e si sentono stupidi nel ricordare pianti e delusioni? Quanti di noi, ripensando a quei campionati taroccati (chissà quanti...), a stento trattengono la rabbia? Pensate ai più piccoli, a chi a metà degli anni novanta cominciava a seguire il calcio. Con trasporto, ingenuità, passione, amore. Quanti piccoli tifosi sono stati feriti dalla sconfitta della propria squadra? Chi può dirci dove il tutto è cominciato? Chi può dirci davvero quanti tornei sono stati falsati? Due di certo, poi chissà.

In un Paese in cui tutto va presto nel dimenticatoio, in un Paese in cui a nessuno sembra fregare nulla della legalità, lo sguardo resta quieto e la mente si rilassa. Tutto scorre, tutto è normalissimo. L'uomo è un animale abitudinario e si adatta a tutto. A volte progredisce, spesso no. E non impara mai dai propri errori. In fondo, ha ragione Andrea Agnelli, ha ragione la Juventus: si vede un'altra stella all'orizzonte. Una stella cadente.  

Twitter @Alex_Cavasinni

Sezione: CALCI E PAROLE / Data: Lun 07 maggio 2012 alle 23:23
Autore: Alessandro Cavasinni
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